“Su infrastrutture cabina di regia locale”, “Progetto Gela”: “Anche Greco rompa indugi”

 
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Scicolone rilancia la necessità di una cabina di regia locale

Gela. “Una cabina di regia locale, che possa rivendicare gli interessi del territorio anche nel confronto con la Regione”. Da “Progetto Gela”, associazione presieduta dall’avvocato Maurizio Scicolone, arriva un nuovo invito alla politica locale, nel suo complesso. Scicolone, facendo riferimento all’eterna vertenza del porto ma più in generale a quella per le infrastrutture locali, ritiene fondamentale che Comune e Regione si facciano sentire. “L’amministrazione comunale che rappresenta il territorio e gli interessi dei gelesi deve richiedere i propri meriti  e perorare le cause dello sviluppo economico della città. Il  porto rifugio necessita solo di un allungo del braccio destro e di un definitivo dragaggio che permetta ai diportisti, alle piccole imbarcazioni dei pescatori e soprattutto ai mezzi di salvataggio e  di soccorso della vita umana in mare, di operare con  tempestività e redditività. Mi chiedo, da avvocato e cittadino – dice – come dovrebbero fare ad intervenire i mezzi di soccorso della capitaneria di porto, della polizia, dei carabinieri, nel caso di pericolo della vita umana al largo del golfo. Sul punto sollecito una mozione in consiglio comunale di autorevoli esponenti. Sono intenzionato a richiedere un incontro anche al comandante della capitaneria, così da prevenire eventi di particolare gravità ed indicare agli organi istituzionali competenti ed interessati, quale responsabile della sezione tecnica e dei mezzi nautici, che tipo di interventi siano necessari nell’ambito portuale”. Per Scicolone, la polemica in atto sui costanti ritardi nei lavori del porto rifugio non è da valutare in chiave strettamente politica, in quanto i demeriti sono collocabili sia nel centrodestra che nel centrosinistra. “Di Cristina ha ragione nel dire che i nostri responsabili del centrodestra hanno decantato in questi  anni imminenti lavori al porto, senza che ci siano mai stati. Aggiungo che i nostri deputati politici, ma anche gli ultimi ministri e sottosegretari di sinistra del governo Conte – dice ancora –   non hanno avuto conoscenza del territorio nè cognizioni tecniche circa le elementari differenze tra un porto rifugio, un porto-darsena commerciale, un porto industriale da far interagire con Eni e un hub nel Mediterraneo. Ogni progetto ha un suo diverso business plan, una redditività, e delle difficoltà politiche e conti  economici differenti che debbono essere esaminati nei tavoli, a Palermo, Roma e Bruxelles, che i cittadini gelesi possono perorare solo con uomini qualificati e preparati. Ecco perché indico una costituenda cabina di regia locale, partendo da un’amministrazione  di solidarietà sul modello  regionale e nazionale, con un centrodestra unito.  Aggiungo, anche con un centrosinistra unito che si confronti con avversari politici e non con nemici, nell’esclusivo interesse della città e del suo domani”. La vertenza, quindi, deve essere complessiva e va gestita con interlocuzioni dirette con Palermo. “Apriamo un tavolo con la Regione – continua – che Musumeci e il governo della città  percorrano una vera e non demagogica strada dello sviluppo economico della Regione, con un Ponte sullo Stretto di Messina, un aeroporto internazionale per cargo intercontinentali e un hub a Gela. Per questi progetti credo, però, che occorrano non solo le migliori intelligenze della città di Gela  ma le eterne energie del popolo siciliano. Diversamente avremo la velleità di chiamare la città ad una vera Rivoluzione, culturale e generazionale”.

Allo stesso tempo, al sindaco Greco viene chiesto di mettere fine alla querelle politica, nominando l’assessore che manca all’appello. “Il sindaco rompa gli indugi e nomini un assessore che lo coadiuvi in un percorso di risanamento”, spiega. L’avvocato non pare neanche preoccupato dal fatto che il tribunale locale sia senza jun presidente, da ormai due anni. “La questione è apparente, come se si discutesse del sesso degli angeli, poiché la magistratura locale mai come oggi ha dimostrato di essere una delle eccellenze di tutti i tribunali italiani, per qualità e numero di decisioni. Il componente della commissione antimafia nazionale Carmelo Miceli può dunque dormire sonni tranquilli – conclude – la magistratura, l’avvocatura e la cittadinanza vigilano sulla città”.

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