Suolo pubblico, esercenti: "Amministrazione ci ha illusi, offesa la nostra dignità"
Gela. Nessun accordo tra le associazioni datoriali e l’amministrazione comunale. Sull’occupazione del suolo pubblico, che gli esercenti chiedono sia concessa gratuitamente almeno per quest’anno, le di...
Gela. Nessun accordo tra le associazioni datoriali e l’amministrazione comunale. Sull’occupazione del suolo pubblico, che gli esercenti chiedono sia concessa gratuitamente almeno per quest’anno, le distanze sono enormi. Le associazioni di categoria parlano di “grandi ritardi” e sottolineano che diversi esercenti hanno già subito sanzioni per mancanza di indicazioni su come dover organizzare la gestione del suolo pubblico. “L’amministrazione, dopo avere illuso con una recente idea pubblicizzata come un recupero del centro storico e in generale una ripresa del commercio, con contributi a fondo perduto per oltre un milione di euro. Nella riunione odierna ha invece chiesto, vista la mancanza di fondi per i pagamenti dei dipendenti comunali, con una buona idea uscita dal cilindro, il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico. 18 euro al metro quadrato al mese, calcolando che la media richiesta è di 50 euro, il ristoratore deve pagare per i tre mesi estivi 27 mila euro e se sono 100 metri quadrati si arriva a 52.000 mila euro. Cifre che riteniamo ridicole che offendono la dignità degli imprenditori, che non possono recuperare questa somma con l’incasso estivo”, dicono Antonio Ruvio (Casartigiani), Rocco D’Arma (Confcommercio), Armando Grimaldi (Fipe) e Rocco Pardo (Confesercenti). Nessuna intesa con l’assessore Terenziano Di Stefano, che ha coordinato il tavolo.
“Nonostante il trattamento poco riguardoso ricevuto, chiediamo un tavolo serio di confronto per trovare un equilibrio, anche se la richiesta rimane che per quest’anno l’occupazione del suolo pubblico sia gratuita, dando un vero segnale di voler andare incontro ai commercianti che hanno subito gravissime perdite dalla chiusure indiscriminate, causa emergenza sanitaria, e con la prospettiva della guerra che incombe ai nostri confini”, concludono i rappresentanti delle associazioni degli esercenti.
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