Tagli, disservizi e reparti depotenziati: protesta dipendenti ospedale, mercoledì sit in

 
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Gela. Mercoledì prossimo, scendono in piazza i dipendenti Asp del nosocomio di Caposoprano. Le organizzazioni sindacali hanno indetto un sit in, previsto in piazza San Francesco(davanti Palazzo di Città) e fissato per il mattino, dalle 10 e fino alle 13. E’ sempre più lungo l’elenco delle incompiute e delle “ataviche” problematiche che attanagliano la quotidianità dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. In settimana, le rappresentanze sindacali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials, Fsi, Nursind e Nursing-Up, hanno tenuto un’assemblea con tutti i dipendenti. Ora, arriva la convocazione del sit in. Dal management di Asp e più in generale dalle istituzioni competenti non sono arrivate risposte sul rilancio di un ospedale che sta rischiando il tracollo totale dei servizi. Questa mattina, un sit in l’hanno tenuto gli aderenti all’associazione “Late-Maurizio Nicosia”, che temono lo stop della medicina trasfusionale. Da anni, non c’era una mobilitazione così massiccia e compatta delle organizzazioni sindacali, che contestano le scelte dei manager di Asp e della direzione sanitaria dell’ospedale. I sindacati indicano una serie di ragioni che stanno portando al depotenziamento della struttura, anche nel confronto con quelle dei Comuni limitrofi e con il “Sant’Elia” di Caltanissetta.

Chiusura nel 2020 dell’U.O.C. di Psichiatria e declassamento della stessa a semplice struttura ambulatoriale, causa impossibilità (vera o presunta tale) da parte dalla Direzione Strategica dell’A.P.S., a reperire personale medico;

Chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’U.O.C. di Otorinolaringoiatria sempre a causa della palesata impossibilità a reperire medici specialistici per la branca in questione;

Chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’U.O.C. di Malattie Infettive, riaperta in fretta e furia durante il periodo dell’emergenza pandemica da SARS-CoV-2 e oggi richiusa poiché nella dotazione organica del personale medico è annoverato solo il Direttore dell’U.O.C.;

U.O.C. di Rianimazione che sempre a causa della “irrisolvibile” carenza di personale medico non riesce a garantire una adeguata risposta all’intero comprensorio e che in alcuni frangenti dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 si è vista costretta a chiudere i battenti e trasferire i pazienti intubati nella Rianimazione dell’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta;

Sale Operatorie che sempre per carenza di medici Anestesisti, riescono a garantire solo gli interventi chirurgici in urgenza/emergenza destinando ad altre strutture ospedaliere provinciali e spesso extraprovinciali gli interventi di piccola chirurgia o gli interventi chirurgici in elezione;

La “neonata” U.O.C. di Neurologia che ha dovuto chiudere le porte a poco più di un anno dall’inaugurazione sempre per carenza del personale medico specialista, mandando in frantumi la tanto discussa nascita della rete Stoke. Ci chiediamo imbarazzati, anche alla luce di quanto sancito dall’art. 1 comma 268 della legge n. 234 del 30-12-2021 comma n. 268, che dispone in materia di reinternalizzazione dei servizi concessi a ditte od aziende esterne, quale sia stato il nesso logico che ha portato a decidere la Direzione Strategica aziendale a riaffidare l’assistenza ai pazienti affetti da problemi neurologici ad una struttura esterna convenzionata;

L’U.O.C. di Chirurgia Generale dal 01/02/2022 è stata privata del Direttore di Struttura Complessa (Dr. Tirrò) che per le qualità professionali era motivo di attrazione sia per i giovani chirurghi che per l’utenza delle province limitrofe. Attualmente è gestita “ad interim” dal Primario della Chirurgia Generale del “S. Elia”. Presente per soli 3 giorni al mese (per indisponibilità della Sala Operatoria) per eseguire interventi programmati in video laparoscopia, i 5 medici presenti (rispetto ai dieci previsti) si occupano con serie difficoltà della gestione delle URGENZE chirurgiche in un bacino di utenza, che conta circa 140.000 abitanti;

L’U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia nel proprio organico conta di soli 4 medici (compreso il Direttore di Struttura), ciò rende impossibile il mantenimento degli standard dettati dalle direttive ministeriali e assessoriali, sia per il rispetto della tempistica prevista per alcuni interventi che per i carichi di lavoro proibitivi (presenza e reperibilità H24) che il personale medico deve sobbarcarsi per rispondere al bisogno di salute di un territorio bistrattato;

L’ U.O.C. di Urologia, dove fiorisce solo ed esclusivamente l’attività intramuraria, sempre a causa di carenza di personale medico specialistico declina i pazienti nelle ore pomeridiane e notturne presso il presidio ospedaliero del Capoluogo nisseno anche se trattasi di semplici consulenze specialistiche;

La tanto acclamata U.O.D. Brest-Unit, più volte inaugurata e risaltata dai Governatori regionali e dai Direttori Generali dell’A.S.P., non dispone di una collocazione plausibile per il trattamento di tali patologie e soprattutto non dispone né di propri posti letto e tanto meno di personale medico ed infermieristico adeguato;

Il Centro Trasfusionale ancora chiuso sempre per lo stesso motivo, carenza di personale medico dedicato;

La mai avvenuta apertura dell’U.O.C. di UTIN individuata, struttura e mai inaugurata, che ha comportato un esborso esoso per le casse dell’ASP per l’acquisto di ventilatori e monitor multi-parametrici oltre che l’adeguamento strutturale nei locali del terzo piano del nosocomio di via Palazzi e che ancora oggi attende di essere inaugurata;

U.O.C. di Pronto Soccorso, dove la dotazione organica dei medici si è contratta fino a raggiungere attualmente l’esiguo numero di 4 unità, che rapportati ud un così ampio bacino d’utenza, non fanno certo dormire sonni tranquilli. Qui va segnalata soprattutto la differenza di dotazione organica tra il locale Pronto Soccorso e quello del presidio ospedaliero Sant’Elia di Caltanissetta, dove la dotazione organica dei medici annovera 13 unità;

Mancata attivazione della stabilizzazione del personale precario ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n.75/2017 (Decreto Madia) nonché dall’art.1 comma 268 della legge n. 234/2021 (Legge di stabilità economica);

Mancata retribuzione delle ore di lavoro svolto in regime di straordinario e straordinario in pronta disponibilità ai dipendenti che hanno superato la soglia limite prevista dalle normative vigenti e che grazie al loro spirito di abnegazione e professionalità, hanno permesso di continuare a garantire i L.E.A;

Che dire inoltre del “martoriato” servizio di 118 locale, con ambulanze spesso sprovviste di personale medico rianimatore impossibilitati quindi a garantire interventi adeguati di risposta sanitaria di urgenza/emergenza, volti a garantire la sicurezza e l’incolumità dell’intero comprensorio.

1 commento

  1. A Gela ci vuole la presenza del ministro della sanità per un territorio così grande
    Non si può chiudere un’ ospedale, perché ormai e quasi chiuso. La città ha una presenza industriale e un bacino di 150.000 abitanti se succede qualcosa per mancanza di reparti qualcuno dovrà pagare non si può perdere tempo e portare il paziente al S.Elia

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