Tagli e ricoveri in calo, Di Cristina: “L’ospedale muore, dove sono manager e Regione?”

 
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Il dem Peppe Di Cristina

Gela. “L’ospedale Vittorio Emanuele sta lentamente morendo. Su questo dovrebbero interrogarsi il manager Alessandro Caltagirone e l’assessore regionale Ruggero Razza, piuttosto che ipotizzare libri dei sogni”. Il segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina, numeri alla mano, traccia una parabola discendente, che travolge il nosocomio di Caposoprano. “Non parliamo di interessi campanilistici, ma di una realtà evidente – aggiunge – e di un territorio che non viene per nulla rispettato”. Dai 7.500 ricoveri del 2016 ai 4.800 del 2020, la decrescita costante sta mettendo a rischio l’offerta sanitaria locale. “Il calo dei ricoveri e il taglio dei reparti e dei servizi stanno falcidiando il nostro ospedale – dice ancora il segretario – 7.5000 ricoveri nel 2016, 7.300 nel 2017, 6.700 nel 2018, 6.500 nel 2019 e 4.800 nel 2020, sono tutti segnali di una città trattata come se fosse in serie C”. I dati esposti dal segretario dem sembrano parlare direttamente alle istituzioni locali, che ancora oggi non riescono a ricevere risposte o troppo spesso appaiono silenti. La delega alla sanità, nel rilancio amministrativo, l’ha mantenuta il sindaco Lucio Greco, a differenza della partenza di due anni fa, quando fu affidata all’avvocato Nadia Gnoffo, in quota Forza Italia.

Tra numeri che calano progressivamente e servizi, che seppur promessi, proprio non si vedono, per il segretario democratico le responsabilità sono evidenti. “C’è un trattamento che avvantaggia solo alcuni centri ospedalieri della provincia, a danno esclusivamente dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. La terapia intensiva, malattie infettive, i tagli alla neurologia e il pronto soccorso infettivologico che non parte. Dove sono il manager Asp e l’assessore regionale? Operatori e medici, da soli, hanno dovuto affrontare una durissima pandemia, in una struttura che era già azzoppata da tagli tremendi. Ripeto, Gela continua ad essere trattata come una città di serie C”.

1 commento

  1. La cosa strana è preoccupante è il silenzio tombale della città, dell’ amministrazione e dell’opinione pubblica in generale, tranne la voce di qualche associazione per il resto indifferenza totale

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