Tagli Patto Sud, alta tensione Gela-Palermo: sindaco, “nessuno può sottrarre fondi alla città”

 
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Uno degli incontri alla Regione successivo alla delibera di definanziamento

Gela. Il taglio dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud destinati alla città è stato ratificato ieri dalla commissione bilancio dell’Ars, dopo la delibera dello scorso anno, firmata dalla giunta del presidente Nello Musumeci. Una vicenda che riemerge in una fase di crisi enorme della città e che mina la stabilità di una maggioranza politica che probabilmente non si aspettava, proprio in queste settimane di allerta, di dover mettere in conto un parere che di fatto avalla l’addio ai trentatré milioni, salvo che il Tar Palermo non dica diversamente, dopo i ricorsi presentati dall’amministrazione comunale e dal Movimento cinquestelle. Neanche l’opposizione, in queste ore, ha granché battuto questo tema, ad accezione dell’indipendente Paola Giudice, che ha puntato sulle inevitabili incoerenze politiche interne al gruppo di Greco. In giunta, infatti, ci sono gruppi come Udc e Forza Italia, che a Palermo non hanno fatto nulla per dire no al taglio. La commissione bilancio dell’Ars proporrà una risoluzione, che dovrebbe impegnare la giunta Musumeci a finanziare ugualmente i progetti presentati dal Comune e rimangono “di moda” i centoventi giorni, concessi lo scorso anno dall’assessore Mimmo Turano, ma che in realtà l’amministrazione comunale non ha mai visto come condizione che potesse incidere sui progetti da finanziare. Le incertezze sono enormi e anche nel gruppo dei pro-Greco c’è chi non si fida di molti alleati, gli stessi che a Palermo hanno sostenuto la delibera Turano-Musumeci. Il consigliere Udc Salvatore Incardona, molto vicino all’assessore regionale, ha spiegato che comunque l’accordo politico tra giunta Greco e governo regionale viene confermato. Il sindaco, che si trova a fare i conti con una maggioranza politicamente molto frazionata, oltre all’emergenza in atto deve comunque guardare a quello che viene deciso a Palermo. Farsi mettere sul tavolo un taglio da trentatré milioni di euro, in un periodo nel quale si va alla ricerca di fondi immediatamente spendibili, non è il migliore degli auspici amministrativi. Greco è reduce da un duro scontro con i vertici Asp, gran parte dei quali parlano la lingua politica del presidente Nello Musumeci, e adesso sembra aver capito che qualche monito bisogna mandarlo, da subito. Spiega di essere impegnato nella gestione di queste settimane di emergenza Covid, ma fa capire che metterà mano al capitolo dei finanziamenti, per ora negati. Non apre uno scontro istituzionale con la Regione, che inevitabilmente farebbe saltare altri fronti nella sua giunta, ma un segnale lo lancia.

“Finita questa fase, la più delicata, spenderò tutte le mie energie per impedire che il territorio locale, già dichiarato ad alta crisi sul piano economico e su quello ambientale, venga privato di tutti quei fondi destinati a compensare il pesante prezzo pagato per tanti anni dall’intera comunità – dice – nessuno può minimamente pensare che, di fronte ad una crisi economica già in atto e ai terribili scenari che cominciano a delinearsi, la città possa permettersi il lusso di perdere risorse così importanti per il suo futuro”. Non cita direttamente i trentatré milioni di euro del Patto per il Sud, ma il riferimento è evidente, così come una certa tensione verso il fronte palermitano, dal quale probabilmente si attendeva una risposta diversa, anche all’indomani del rimpasto di giunta. “Nessuno si illuda – aggiunge – questa sarà la vera azione su cui tutta la classe politica sarà chiamata ad intervenire in modo chiaro, serio e responsabile”. Il definanziamento apre la scia ad una potenziale (almeno per ora) rivisitazione dei rapporti con la Regione, che potrebbe incidere sugli equilibri interni a Palazzo di Città. La “macchia” dei trentatré milioni persi non sarà facile da nascondere, indipendentemente dai tentativi di farla passare solo per una scelta di fredda burocrazia.

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