Taglio 33 milioni, Cga conferma scelte Regione: “Progetti Comune non erano cantierabili”

 
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La giunta Greco decise di presentare ricorso contro i tagli del governo regionale

Gela. Il Consiglio di giustizia amministrativa dà ragione al governo Musumeci. Il taglio dei fondi del “Patto per il Sud”, destinati alla città, è stato legittimo e fondato su ragioni che ora hanno superato anche il vaglio dei giudici del Cga. In totale, con un primo provvedimento del 2019 e uno successivo del giugno 2020, vennero depennati progetti per 33 milioni di euro, sulla carta destinati alla città. Gli iter di sei progetti furono ritenuti non in linea con la tabella di marcia e con i cronoprogrammi e quindi sottoposti a definanziamento. La scia della polemica politica, da allora, non si è quasi mai arrestata, coinvolgendo le forze di maggioranza e mettendo in crisi rapporti interni, tra le fila dei pro-Greco. La giunta, con il sindaco in testa, decise di impugnare le delibere del governo regionale, considerando i tagli non supportati da validi elementi di fatto. L’avvocato Greco fu molto duro e a sua volta parlò di danni al territorio. Il Cga ha espresso parere, su richiesta della presidenza della Regione alla quale il Comune si rivolse con due ricorsi, l’ultimo avanzato per motivi aggiunti, visto che intanto era stata approvata anche la delibera del governo Musumeci del giugno 2020, che confermava il definanziamento. Il primo ricorso, per i giudici del Cga, è “improcedibile”, perché, tra le altre cose, censura la deliberazione della giunta regionale del 2019, che poi venne però superata da quella del giugno dell’anno successivo. Secondo il Cga, quella prima delibera conteneva una proposta avanzata dalla giunta regionale e non una decisione già efficace. “Soggiunge l’Ull che la d.G.R.S. n. 389 del 2019 risulta superata dalla deliberazione n.223 del 2020 e, pertanto, poiché l’annullamento della deliberazione del 2019 – si legge nel testo della pronuncia del Cga – non avrebbe l’effetto di far venire meno il definanziamento deciso a carico del Comune, ci si trova in presenza di un caso di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, stante la sopraggiunta, certa e definitiva, inutilità della decisione del giudice”. Per i magistrati del Consiglio di giustizia amministrativa, che hanno riunito i due ricorsi presentati dall’avvocato Rosario Demarco Capizzi, per conto del municipio, anche le richieste avanzate rispetto alla seconda delibera della giunta non sono accoglibili. Il Cga ritiene che il definanziamento dei 33 milioni di euro, confermato nel giugno 2020, arrivò dopo un’attenta valutazione dello stato dei progetti, nettamente in ritardo rispetto alle tappe previste da Palermo. I giudici, inoltre, scrivono che comunque la Regione ha tenuto la porta aperta, prevedendo di inserire gli stessi progetti in altre linee di finanziamento, qualora disponibili. Nella loro decisione, i magistrati palermitani lo scrivono chiaramente.

“In primo luogo, il definanziamento, deliberato dalla giunta regionale nel giugno del 2020, risulta giustificato dalla mancanza di progettazioni di livello esecutivo. È appena il caso di rammentare che è tale il progetto idoneo a determinare in ogni dettaglio i lavori da realizzare, il relativo costo previsto e il cronoprogramma coerente con quello del progetto definitivo. Il progetto esecutivo è condizione primaria per la cantierabilità dei lavori. La c.d. “cantierabilità”, nelle procedure di finanziamento di opere pubbliche, individua la fase finale dello stato di attuazione del progetto e dell’iter autorizzativo e garantisce l’effettiva possibilità di procedere, in tempi brevi, all’espletamento della gara e all’avvio dei lavori per l’esecuzione delle opere. Si tratta, pertanto – si legge nelle motivazioni – di una clausola condizionale che viene posta per garantire al soggetto erogatore del finanziamento che, nel caso di assegnazione delle risorse, si verificheranno le seguenti condizioni: 1) i tempi necessari per l’avvio dei lavori saranno assai ridotti e il cronoprogramma di utilizzo delle risorse assegnate risulta definibile entro termini certi; 2) tutte le problematiche di natura progettuale sono state risolte, verificate e validate; 3) le procedure amministrative per autorizzazioni, permessi, pareri, valutazioni ambientali sono state assolte positivamente. La cantierabilità presuppone quindi il completamento dei tre livelli di progettazione (preliminare, definitivo ed esecutivo), ivi incluso l’ultimo, con la produzione dei relativi elaborati richiesti. La verifica della cantierabilità, lo si ribadisce, nel garantire l’effettiva eseguibilità delle opere, assume un valore determinante nella valutazione di idoneità di un progetto per l’assegnazione di finanziamenti o l’utilizzo di risorse legate a tempistiche certe. Cantierabilità e Obbligazione giuridicamente vincolante implicano insomma uno stadio di avanzamento assai maggiore rispetto alla semplice progettazione di livello esecutivo”. I sei progetti tagliati, da quanto emerge, in quella fase non avevano raggiunto gli standard previsti, affinché potessero ancora essere coperti dalle somme del Patto per il Sud. Anche il fatto che nel gennaio 2021, vennero inoltrati i progetti esecutivi di tre procedure, per i giudici non fu risolutivo. “E la circostanza che, nel gennaio del 2021, il Comune di Gela abbia trasmesso al Dipartimento regionale competente la documentazione attinente alla progettazione esecutiva limitatamente a tre dei sei progetti in discussione, per un valore di circa 1,4 milioni di euro, su un “valore progettuale globale” di 33 milioni di euro – concludono i magistrati amministrativi – non vale certo a inficiare o a indebolire la ragione di fondo che ha spinto la Giunta regionale a decidere per il definanziamento dei progetti considerati nel loro insieme, fatta salva, come pare opportuno ribadire, la riconsiderazione degli interventi definanziati di Gela alla prima riprogrammazione utile”. Dopo la delibera del giugno di un anno fa, ci sono state però interlocuzioni tra Palermo e il Comune, con nuove possibilità che sono state messe sul tavolo, al fine di rifinanziare i progetti tagliati, anche se ancora molto va fatto e non sempre la Regione si è dimostrata così avveduta.

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