Telefonate inquietanti alla famiglia di una tredicenne morta, in aula parla la madre

 
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Gela. La figlia tredicenne era stata trovata senza vita all’interno dell’abitazione di famiglia solo pochi giorni prima.

I due giovanissimi sono finiti a processo. La madre, però, dovette anche sopportare la telefonata di una coppia di giovanissimi, minori all’epoca dei fatti, che, fingendo di non sapere della morte, chiedevano della ragazza, utilizzando anche versi ironici. Adesso, i due presunti responsabili di quelle molestie telefoniche sono finiti davanti al giudice del tribunale dei minori di Caltanissetta. Lo scorso novembre, erano stati rinviati a giudizio. Per i magistrati, sarebbero loro gli autori di quella telefonata che seguiva solo di pochi giorni il dramma sofferto dall’intera famiglia. Proprio i familiari della giovane morta hanno scelto di seguire l’intero procedimento, facendosi rappresentare in aula dall’avvocato Salvo Macrì. La madre che ricevette la telefonata è stata sentita davanti ai giudici. Ha confermato che chi scelse di contattarla telefonicamente avrebbe più volte chiesto della figlia, fingendo di non sapere che fosse morta. Durante la telefonata, inoltre, si sarebbero uditi versi ironici. I due giovanissimi finiti a processo, difesi dagli avvocati Dionisio Nastasi e Gloria Iannizzotto, hanno sempre sostenuto che quella telefonata fosse stato un semplice errore, in quanto avrebbero volto contattare una loro conoscente, omonima della ragazza morta. La madre, quindi, ha confermato quanto indicato nella denuncia sporta. Gli investigatori riuscirono a risalire all’utenza telefonica dei due imputati. Adesso, davanti ai giudici verranno sentiti anche il padre e il fratello della ragazza trovata morta nell’abitazione di famiglia in centro storico. 

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