Tentato omicidio del padre di un collaboratore di giustizia, assolti tre minori

 
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Immagini di repertorio

Gela. Sarebbe stato un piano di morte per uccidere Gabriele Cascino, padre di Emanuele Cascino, diversi anni dopo diventato collaboratore di giustizia. L’uomo venne preso di mira ma riuscì a scampare all’agguato. Fatti che risalgono a ventidue anni fa e che giovedì hanno trovato una decisione giudiziaria. Tre imputati, minorenni all’epoca dei fatti, sono stati assolti. Non furono loro ad agire. I giudici del tribunale minorile di Caltanissetta hanno emesso una decisione favorevole, accogliendo le richieste avanzate anche dal pm che ha seguito il procedimento. L’accusa ha confermato l’assenza di elementi per collegare i tre al tentato omicidio. Il difensore degli imputati, l’avvocato Flavio Sinatra, ha ricostruito i fatti, sottolineando l’assenza di qualsiasi movente che potesse giustificare le contestazioni mosse ai tre. Gli investigatori, seguendo piste legate anche alla criminalità organizzata, arrivarono ai tre imputati, basandosi inoltre sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. A parlare furono lo stesso Emanuele Cascino, ma anche Angelo Cavaleri ed Emanuele Terlati, tutti ex esponenti della famiglia locale di Cosa nostra.

Nonostante le loro ricostruzioni, nel corso del dibattimento non sono emersi elementi che potessero confermare la versione che ha portato a processo i tre, che si sono sempre difesi, escludendo qualsiasi coinvolgimento in quel tentato omicidio. La decisione del giudice del tribunale di Caltanissetta ha confermato la linea difensiva.

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