Tentato omicidio di via Venezia, Parisi in Cassazione: è accusato di aver sparato

 
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Immagine di repertorio

Gela. Le indagini sono in corso e nonostante il riesame abbia annullato l’ordinanza, almeno nella parte che contestava l’aggravante mafiosa, il venticinquenne John Parisi rimane in carcere, con l’accusa di tentato omicidio. Secondo i pm della Dda di Caltanissetta e i poliziotti, sarebbe stato lui a sparare contro un’automobile, in transito in via Venezia. L’obiettivo da colpire pare fosse un familiare, quarantaseienne, rimasto ferito ad una mano. Il difensore del giovane, l’avvocato Davide Limoncello, si è rivolto ai giudici di Cassazione. Il ricorso è stato depositato e anche in questo caso viene chiesto ai giudici di rivedere la misura restrittiva. Per la difesa, non ci sarebbero elementi certi per collegare Parisi agli spari in via Venezia. Prima che gli venisse notificato il provvedimento di arresto, era già detenuto, per scontare una pena residua, incassata sempre per un’azione analoga, ma con spari che vennero esplosi in via Tevere. Parisi ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Dopo la decisione del tribunale del riesame di Caltanissetta, che ha annullato l’ordinanza rispetto all’ipotesi mafiosa, saranno i giudici romani a valutare l’ulteriore ricorso difensivo.

Gli investigatori, subito dopo gli spari di inizio gennaio, hanno avviato le indagini, con sequestri e perquisizioni, fino ad arrivare all’attuale indagato. I pm dell’antimafia nissena non escludono che l’azione di via Venezia possa trovare collocazione in rivalità interne ai gruppi della criminalità organizzata locale.

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