Tentato omicidio “Gb oil”, Orlando: “Grazie a carabiniere eroe e condanniamo violenza”

 
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Gela. Le parole del procuratore capo Fernando Asaro, che commentando quanto accaduto alla stazione di servizio “Gb oil” ha parlato tra le altre cose di “una comunità silente” nonostante la “presenza dello Stato”, si sono fatte sentire anche in consiglio comunale. Quasi sul finire della seduta di questa sera, che ha portato all’approvazione del nuovo regolamento dell’assise civica, il capogruppo del Pd Gaetano Orlando ha preso la parola. Ha ringraziato pubblicamente il carabiniere che ha bloccato il trentaquattrenne Paolo Quinto Di Giacomo, nonostante impugnasse la calibro 7,65, usata per fare fuoco contro il quarantaduenne licatese Michele Cavaleri. “Se è vero come è vero che non abbiamo ringraziato pubblicamente il carabiniere eroe – ha detto – lo facciamo adesso, esternandogli la nostra solidarietà a fronte di fatti nel merito dei quali non entriamo, perché non di nostra competenza”. Il capogruppo dem, a nome del partito locale, ha comunque spiegato che non tutta la comunità rimane in silenzio davanti a fatti di violenza come quelli del “Gb oil”. “Come consigliere comunale, insieme al mio partito – ha aggiunto Orlando – mi sono sempre impegnato affinché le soluzioni prospettate alle varie problematiche della città fossero improntate al rispetto delle regole civili e della legalità. Il Pd da sempre parla, anche tramite convegni e con la Festa dell’Unità, di lavoro onesto, sanità sana, contrasto alla violenza, anche di genere. Su quest’ultimo fenomeno, mi sono impegnato quasi in trincea, da medico primario del pronto soccorso e da consigliere comunale”.

Orlando ha condannato gli atti della scorsa settimana, con la rissa che ha preceduto gli spari. “Auspichiamo che fatti simili non si verifichino più – ha aggiunto – vogliamo porgere un vivo ringraziamento alle forze dell’ordine per il costante impegno profuso nel contrasto ad ogni forma di illegalità”. Dai banchi del consiglio pare si sia levata una prima risposta, anche se c’è ancora tanto da fare.

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