Terminal off-shore e Gnl progetti possibili ma Gela non attrae gli investitori

 
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Gela. Lo sviluppo intermodale della città non rientra nemmeno nel progetto “Ultimo miglio” di Rfi.

Non è nemmeno contemplato dall’Anas che su Gela non ha in studio alcun programma per ammodernare le strade statali datate. Il rappresentante Anas, coordinamento territoriale Sicilia, Geri Campanella, facendo riferimento all’incompiuta più vergognosa d’Italia, ovvero l’autostrada Gela-Siracusa, scarica le responsabilità al Cas e annuncia l’avvio di una al consorzio per portare a Ragusa, da Rosolini, l’ultimo casello esistente dopo 44 anni dall’avvio dei lavori dell’autostrada che avrebbe dovuto collegare i due siti Eni, appunto.

L’ottimismo su un probabile sviluppo economico della città non è arrivato nemmeno dagli stakeholder, ovvero i possibili investitori, tra i più importanti nel panorama economico del meridione, intervenuti dal teatro comunale “Eschilo” alla presenza dei funzionari del ministero delle Infrastrutture in occasione del tavolo per sancire il coinvolgimento della città nella programmazione dell’area logistica integrata che già comprende i porti di Catania e Augusta. Erano presenti, quindi, i rappresentanti della compagnie navali Grimaldi, Msc, Di Martino group, oltre alla Rfi, Anas e, naturalmente, del colosso energetico Eni finanziatore di uno studio che coinvolge l’università di Napoli e la Rina consulting.

Quest’ultima, società rappresentata da Flavio Marangon, è stata l’unica realtà capace di trasmettere ottimismo, ipotizzando un potenziamento del porto isola e l’attracco di traghetti e navi da crociera prima di concludere l’intervento tornando in un mondo più reale. “Le idee più fattibili – assicura Marangon – sono legate alla realizzazione di un terminal off-shore e Gnl”.

Quest’ultimo progetto, il terminal Gnl, base logistica di approvvigionamento delle navi in transito nel Mediterraneo, è piaciuto a Luigi Merlo (Msc), pronto a dirottare parte della sua flotta navale anche in una ipotetica realizzazione “di un bacino per la cantieristica delle navi da crociera da oltre 300 metri – spiega – Settore oggi ancora debole sul mercato”. L’imprenditore siciliano, Mario Di Martino, che ha dirottato i suoi investimenti verso i porti che contano nel nord Europa, avverte “nel meridione c’è ancora una latitanza di efficace politica della logistica. Il sistema Paese – incalza – non offre un servizio efficiente. Mancano infrastrutture e, spesso, anche una rete internet veloce. Si rischia di investire in infrastrutture in un’area inadeguata”.

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