Termoutilizzatore in città, dubbi mossi da Greco: “Interrogarsi se sia proprio il caso”

 
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Greco nel corso del dibattito

Gela. Probabilmente, era inevitabile che se ne parlasse, in una tre giorni che sta approfondendo diversi passaggi sensibili del territorio locale. Agli “Stati generali per la rigenerazione dei territori”, confronto portato in città dalla Camera forense ambientale, è ritornato il tema del termoutilizzatore, annunciato dall’ex governatore Nello Musumeci e confermato dal suo successore Renato Schifani. Durante il dibattito pomeridiano di oggi, un noto imprenditore e manager di importanti corporation come Enrico Testa si è apertamente schierato con la realizzazione di questo tipo di impianti. “La Lombardia è piena, per tranquillizzare i cittadini basta consultare i dati di Arpa e verificare che tipo di incidenza abbiano questi impianti”, ha detto. Il sindaco Lucio Greco, nel suo intervento, ha proprio richiamato l’annuncio del governo regionale che diversi mesi fa spiazzò la sua stessa amministrazione comunale, dato che nessuno era stato informato della scelta del territorio locale per ospitare il sistema che dovrebbe trattare i rifiuti della Sicilia occidentale. Nel corso degli Stati generali, Greco ha ribadito che la sua amministrazione non ha ancora preso una posizione ed è sembrato comunque molto scettico sulla fondatezza della decisione regionale. Ha citato le tante preoccupazioni dei cittadini. “Bisogna interrogarsi e andare a fondo – ha spiegato – non abbiamo detto né sì né no aprioristicamente”. L’avvocato ha confermato che c’è l’intenzione di valutare con molta attenzione l’impatto di un termoutilizzatore, la cui tecnologia mesi fa in consiglio comunale è stata descritta dai manager dell’azienda che ha avanzato la proposta alla Regione. “Un impianto di questo tipo – ha continuato il sindaco – un impatto, anche se minimo, comunque lo genera. Vogliamo capire se sia opportuno in un periodo nel quale la città sta riscoprendo una vocazione turistica e archeologica, con la mostra sul mito di Ulisse e la nave greca”. Le perplessità continuano ad esserci a livello logistico. “Perché far arrivare in città i rifiuti della Sicilia occidentale, con tutto l’aggravio determinato dal trasporto e dai relativi impatti dovuti alle emissioni dei mezzi pesanti”, ha detto ancora.

Tutti dubbi che l’avvocato ha avanzato davanti ad una platea di esperti, operatori del settore e imprenditori. Dal pubblico qualcuno ha ricordato che il sistema dei rifiuti verrebbe realizzato in un’area classifciata come Sin, per via degli impatti industriali subiti in passato. Giuseppe Panebianco, ex commissario liquidatore dell’Ato rifiuti e ora amministratore di “Catanzaro costruzioni”, proprietaria della discarica di Siculiana, e rappresentante di Confindustria Cisambiente, ha suggerito che le procedure per un’approfondita verifica sugli impatti esistono e si possono attivare. Ha richiamato l’iter della Via e quello della valutazione di impatto sanitario, ricordando comunque che “Gela ha un sistema efficiente nel ciclo dei rifiuti”.

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