“Terra dei fuochi” al Biviere, convocato tavolo in prefettura: bonifiche mai partite

 
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Durante la stagione estiva i roghi diventano più frequenti

Gela. Un vertice in prefettura e dopo anni al centro delle verifiche c’è l’area del Biviere, diventata una “terra dei fuochi”, troppo spesso triste teatro di incendi che rilasciano in atmosfera sostanze pericolose. Intorno al territorio che lambisce la Riserva orientata, ma anche nel perimetro interno, sono tanti i punti di emergenza, più volte segnalati e denunciati dagli operatori. Dalle discariche di idrocarburi, ormai interrate, fino all’attività intensiva delle serre, che con il tempo hanno praticamente circondato l’area protetta, non mancano gli affronti all’ecosistema della zona. Una riunione è stata convocata per giovedì in prefettura e arriva dopo che la scorsa settimana, anche in questo caso a distanza di anni dalle ultime prese di posizione istituzionali, Palazzo di Città ha assunto l’iniziativa cercando di individuare soluzioni per limitare le discariche abusive e gli incendi. Si ipotizza l’installazione di un sistema di videosorveglianza. Probabilmente, se ne parlerà anche durante il tavolo indetto dal prefetto Chiara Armenia. Ad oggi, mancano i fondi per gli interventi di bonifica nella Riserva orientata. Sia il Ministero dell’ambiente che la Regione hanno “archiviato”, senza che siano mai state messe in campo serie strategie per la riqualificazione e la bonifica di questa fascia del territorio locale. Al tavolo, dovrebbero esserci i carabinieri del Noe e gli operatori della forestale. “Il fatto che ci sia un interessamento delle istituzioni non può che essere positivo – dice Emilio Giudice della Riserva orientata – prima di tutto, però, bisogna rifondare le istituzioni del controllo. La videosorveglianza può essere un deterrente, ma poi servono il personale e le forze dell’ordine che possano intervenire. Anche in passato vennero installati sistemi di telecamere che dovevano essere collegati ai terminali delle forze dell’ordine, ma poi non se ne fece nulla. Il Comune un primo atto concreto potrebbe farlo subito, inserendo nel piano regolatore i regolamenti che consentano di recepire il piano di gestione “Rete Natura 2000”. Questo non è mai stato fatto”.

Palazzo di Città, lo scorso anno, ha firmato un protocollo di intesa con la Regione, che stanzia circa dieci milioni di euro per la messa in sicurezza dell’ex discarica industriale Cipolla. Altri quindici potrebbero arrivare per la messa in sicurezza di un’altra bomba ecologica, l’ex discarica Marabusca. Per l’area del Biviere e per la “terra dei fuochi” che la circonda, non ci sono fondi e quelli che erano stati stanziati, hanno preso altre direzioni, tagliati da una burocrazia che segna il passo da decenni e ha consentito abusi ambientali, anche molto gravi. “Valuteremo ciò che emergerà dalla riunione in prefettura – conclude Giudice – abbiamo già dato la nostra piena disponibilità a partecipare”.

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