“Terra dei fuochi” al Biviere, ispezione tecnici ministero: Di Paola, “fondi europei per bonifica”

 
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Nelle aree a ridosso della Riserva vengono dati alle fiamme rifiuti e scarti delle serre

Gela. Ormai, l’area del Biviere si è trasformata in una piccola “terra dei fuochi”, dove si smaltisce di tutto, comprese la plastica delle serre e sostanze pericolose di ogni tipo. Le denunce, negli ultimi tempi, sono diventate sempre più frequenti (anche da parte di questa testata) e la politica ha aperto un fronte. Questa mattina, al Ministero dell’ambiente, i deputati regionali grillini Nuccio Di Paola e Stefania Campo hanno incontrato il capo di gabinetto e a marzo verrà organizzata un’ispezione lungo la costa che dal territorio ragusano di Acate arriva fino al Biviere. Quindici chilometri abbandonati al loro destino e trasformati in discarica abusiva. Spesso, plastiche e sostanze usate nel ciclo della produzione agricola vengono date alle fiamme, con gravi danni ambientali. “Cercheremo di sfruttare – dice Di Paola – i fondi europei Fsc, 25 milioni di euro per il Biviere  e 30 milioni per la bonifica dell’area marina e costiera, destinati già alla foce del torrente Gattano e a quella del Dirillo, ad Acate. Queste operazioni di bonifica verranno effettuate in sinergia con il comparto agricolo. L’intento è  tutelare l’ambiente e promuovere le aziende che portano avanti un’agricoltura non impattante. Su questi temi, così come sul rilancio turistico, l’attenzione del Ministero è molto alta”. Sulla sponda ragusana e su quella gelese, negli anni, la denuncia di quanto accade, in assenza di controlli, si è fatta più eclatante, con un territorio di pregio che viene costantemente deturpato. Un allarme più volte sollevato da Emilio Giudice, tra i responsabili della Riserva Orientata Biviere.

“Un incontro operativo – spiega Stefania Campo – con l’obiettivo di intervenire fattivamente per monitorare e contenere il problema che si verifica a causa di quella parte di serre che operano fronte mare, ad esempio lungo la costa dei Macconi, fra Gela, Marina di Acate e Scoglitti. L’idea principale è quella di rilanciare la zona dal punto di vista turistico, perché si tratta di una delle coste più belle che abbiamo in Sicilia, con quindici chilometri ininterrotti di spiaggia densi di specie endemiche molto rare e pregiate. Sarà fatto un sopralluogo direttamente in Sicilia, a metà marzo, con tutto l’ufficio ministeriale. Verrà coinvolta la Regione, diretta responsabile del demanio marittimo, così da trovare delle soluzioni condivise e partecipate e affrontare con azioni decisive la triste realtà delle cosiddette ‘dune di plastica’ di cui ci siamo tanto occupati da circa due anni a questa parte”.

 

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