“Terra dei fuochi” e discariche abusive, Ministero e Regione archiviano caso Biviere

 
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Nelle aree a ridosso della Riserva vengono dati alle fiamme rifiuti e scarti delle serre

Gela. “Archiviati” sia il caso delle serre che quello della discarica di idrocarburi, all’interno della Riserva Orientata Biviere. La comunicazione è arrivata dai funzionari ministeriali e da quelli della Regione, che hanno deciso di chiudere qualsiasi approfondimento su questioni che erano finite al centro di tavoli tecnici, a Roma e a Palermo. Note in tal senso sono state inoltrate dopo l’incontro convocato, in remoto, direttamente dai funzionari ministeriali. Non ci sono le condizioni per proseguire, nonostante le discariche abusive di rifiuti speciali date alle fiamme, a ridosso e all’interno della Riserva, e la caratterizzazione che fece emergere la presenza di idrocarburi interrati, sempre nel perimetro dell’area protetta. “Non ci sono i fondi per intervenire e secondo quanto sostengono ministero e Regione si tratterebbe solo di una questione di controlli – dice Emilio Giudice della Riserva Orientata – i venticinque milioni che erano stati autorizzati non sono più disponibili, mentre il resto delle risorse è stato destinato alla messa in sicurezza dell’ex discarica industriale Cipolla. Per l’area del Biviere, invece, si archivia tutto. Io non mi fermo. Per me, inizia il percorso per arrivare alla Commissione europea. Non è possibile che organi dello Stato non attuino la disciplina europea. Non sono riusciti a dare risposte neanche sul piano di risanamento. Qualcuno dovrebbe dirmi se si applica oppure no. La disciplina europea prevede che le procedure di bonifica tengano conto degli aspetti ecologici. Questi uffici per chi operano? Mi viene da dire che fanno parte dell’anti-Stato”. Da anni, gli operatori della Riserva denunciano i roghi e le discariche di rifiuti speciali, soprattutto collegati alla produzione serricola. La scorsa estate, su indicazione del Ministero dell’ambiente, venne effettuata una perlustrazione della zona e lungo il tratto di costa sul quale si estendono le serre. Furono individuate discariche a cielo aperto e accertati evidenti segni di incendi di materie plastiche. Neanche sugli idrocarburi interrati si faranno altri approfondimenti. Gli esiti di una caratterizzazione risalente a diversi anni fa attestarono la presenza di discariche di questo tipo, all’interno del perimetro della Riserva.

“Non ci sono i soldi per gli interventi? Bene, chiederò che vengano destinati quelli delle royalties oppure le compensazioni dovute per la discarica Timpazzo – aggiunge Giudice – non può finire così. Si condanna un’intera area al disastro ecologico e ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Sarebbe ora che anche il sindaco si svegli”. La “terra dei fuochi” che da anni circonda la Riserva Biviere, per certi versi ha fatto scalpore, con sostanze pericolose che vengono sistematicamente rilasciate in atmosfera. Giudice, lo scorso anno, fu sentito dai magistrati della procura e per l’ennesima volta spiegò dettagliatamente quello che si verifica in zone al di fuori di ogni controllo. Ad oggi, per gli interventi in una delle aree protette più importanti dell’isola non ci sono fondi, ma solo un’eloquente pratica “archiviata”.

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