Terreni danneggiati e pesanti minacce, imprenditore conferma in aula: pastori a giudizio

 
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Immagine repertorio

Gela. E’ stato tra i pochi imprenditori agricoli del territorio a denunciare le continue invasioni dei suoi terreni e i danni ingenti subiti per anni. Segnalazioni che hanno fatto scattare diversi procedimenti penali, poi riuniti in quello che attualmente è in corso davanti al giudice Martina Scuderoni. In settimana, l’imprenditore Francesco Vacirca, sentito nuovamente nel corso del dibattimento, ha fatto un excursus di tutti gli eventi che indicò alle forze dell’ordine. Gli sono state sottoposte delle fotografie, scattate anche da lui stesso. Immagini che certificherebbero quanto patito. Da alcuni pastori della zona di contrada Passo di Piazza, dove l’imprenditore ha gran parte dei possedimenti, avrebbe ricevuto pesanti minacce. In almeno due occasioni avrebbe rischiato di essere aggredito dai cani degli stessi pastori. Le accuse dei pm della procura sono mosse a Maurizio Trubia, Massimiliano Trubia e Giuseppe Guastella. Un altro imputato è invece deceduto. Sono tutti difesi dall’avvocato Nicoletta Cauchi. Vacirca è parte civile, assistito dal legale Mariella Giordano. L’imprenditore ha confermato quanto già spiegato in precedenza, ribadendo che le invasioni dei suoi terreni da parte del bestiame dei pastori erano frequenti, con danni consistenti alle sue produzioni. Le contestazioni principali vengono mosse a Maurizio Trubia, proprietario del bestiame e di un’attività di allevamento nella zona. Trubia, di recente, è stato assolto anche in appello nel procedimento “Extra fines 2”. In passato fu condannato per mafia e per gli inquirenti sarebbe stato un esponente di Cosa nostra. E’ attualmente in corso, in appello, un procedimento di confisca dei beni. Per la difesa degli imputati, però, non ci sono prove certe che possano collegare i danneggiamenti a Maurizio Trubia e agli altri accusati.

La moglie del pastore, sentita in aula, ha spiegato che spesso era lei a condurre il gregge per pascolare. La difesa insiste sul fatto che nel periodo di alcune contestazioni Trubia era detenuto o sottoposto agli arresti domiciliari. Nella zona, inoltre, è stata indicata la presenza di altri pastori. La moglie dell’imputato ha riferito che i cani non sarebbero aggressivi, escludendo di aver mai visto l’imprenditore. Tra i tanti danneggiamenti che hanno portato a giudizio, anche l’incendio di terreni. In aula si tornerà ad ottobre.

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