Terzo giorno e terza protesta dell’indotto Eni, sit in degli operai Elettroclima: la Fiom, “accordo da rivedere”

 
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Gela. L’indotto Eni continua ad essere in fibrillazione. Per il terzo giorno consecutivo si protesta davanti i cancelli della fabbrica di contrada Piana del Signore e nei pressi degli uffici amministrativi del gruppo.

“L’azienda non ha atteso il decreto di area di crisi”.  Dopo Eurocoop, Eurotec e Cosime, sono gli operai dell’Elettroclima srl e dell’Elettrosistemi, società del medesimo gruppo imprenditoriale, a contestare i dodici provvedimenti di licenziamento appena comunicati. “Siamo rimasti senza niente – spiegano – la proprietà, dopo la scadenza della cassa integrazione in deroga, poteva almeno attendere la pubblicazione del decreto di area di crisi complessa. Invece, ha preferito licenziarci”.

“L’accordo va rivisto”. Con i lavoratori c’era il segretario provinciale della Fiom Cgil Orazio Gauci. “Avevamo già chiesto un incontro ai dirigenti del gruppo proprio per chiedere di attendere le coperture dell’area di crisi complessa – dice – invece, in maniera unilaterale, il gruppo ha scelto la via del licenziamento. La prossima settimana, a Messina, come Fiom regionale chiederemo di rivedere l’accordo con Eni di novembre. Così, non si può andare avanti. Ci sono pochi cantieri e pochissimi lavoratori impegnati. Il decreto di area di crisi complessa va pubblicato subito”. Nella stessa situazione sono gli operai Ricoma che, comunque, non hanno ancora ricevuto provvedimenti di licenziamento. Alla protesta hanno aderito gli operai di Eurotec che reclamano stipendi arretrati da aprile. In mobilitazione sono anche i lavoratori di Cosime e Eurocoop.

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