Timpazzo, ministro non ha risposto all’interrogazione: Lorefice, “caso in commissione”

 
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La vasca della discarica Timpazzo

Gela. Dal ministero nessuna risposta all’interrogazione scritta, che ormai quattro mesi fa venne presentata dal senatore grillino Pietro Lorefice. Per il parlamentare pentastellato c’è la necessità che anche a Roma si accendano i riflettori sul sistema di Timpazzo. Il sito, ormai da tempo, riceve quantitativi ulteriori, in un’emergenza rifiuti che al momento non sembra aver trovato soluzioni. L’interrogazione scritta al ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani fu presentata a settembre, in concomitanza di una seduta monotematica del consiglio comunale, convocata proprio per valutare le vicende che ruotano intorno alla piattaforma integrata di Timpazzo. Ad oggi, il governo regionale non ha dato indicazioni precise sulla fine dell’emergenza, che concentra nella piattaforma locale gran parte dei rifiuti, di altre province dell’isola, quelle più in difficoltà per lo smaltimento. “All’interrogazione scritta non è stato dato seguito dal ministro – dice Lorefice – farò un sollecito. Se non ci sarà una risposta entro dieci giorni, allora cambierò metodo ispettivo e procederò attraverso la commissione di riferimento. E’ importante che arrivino riscontri, anche perché il ministero ha competenze rilevanti sui vincoli che sussistono sull’area del sito di Timpazzo. La mia interrogazione era finalizzata soprattutto a mettere a conoscenza il ministero rispetto alla situazione di Timpazzo. Anche perché, un domani, potrebbe essere utile, qualora si ponesse l’esigenza di individuare eventuali responsabilità”. Il senatore, già quando la Regione confermò i progetti per Timpazzo e l’arrivo dei conferimenti ulteriori, mise in forte discussione controlli e monitoraggi, ritenendo che le prescrizioni previste già nella precedente Aia non fossero state adempiute. Più in generale, le perplessità, pesanti, si concentrano sull’ipotesi dell’ampliamento del sito, vista la presenza di vincoli, a cominciare da quelli di Rete Natura 2000. Sulla carta, l’ampliamento ha trovato copertura, con un finanziamento da circa 15 milioni di euro, ma la sussistenza dei vincoli ha progressivamente fatto emergere tanti freni.

Anche nel corso di tavoli tecnici, convocati in Regione, il tema dei vincoli è più volte emerso, mentre l’unica vasca attiva è quella E, gestita dalla società “Impianti Srr”, che porta avanti anche l’impianto Tmb. “Bisogna incentivare la prevenzione del rifiuto e differenziare di più; supertassare i Comuni che non raggiungono gli obiettivi minimi di raccolta differenziata; premiare le aziende che progettano i propri manufatti secondo i principi dell’economia circolare e chiudere immediatamente gli impianti che non rispettano le prescrizione di legge”, ha anche detto il senatore.

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