“Toccata e fuga” in consiglio, gettoni di presenza e indennità: servono regole certe

 
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Gela. Una vecchia “abitudine”, che non conosce colori politici. In consiglio comunale, si vedono ancora troppe toccate e fuga. Prendi la presenza (per il gettone) e poi via, lasciando l’aula, che spesso rimane desolatamente vuota, con pochi (pochissimi) “baluardi” che resistono. Un fenomeno ormai quasi consolidato, durante le sedute di question time, per interrogazioni e mozioni. Un capitolo, fino ad ora, mai letto con attenzione da nessuna amministrazione comunale. Il gettone di presenza andrebbe riconosciuto, solo con una partecipazione effettiva ai lavori d’aula. Niente toccata e fuga, ma una presenza costante. Un punto che era inserito nel programma di governo della città, stilato dall’allora grillino Domenico Messinese (ancora on line sul sito del Comune), ma mai attuato. Dopo il divorzio dal Movimento cinque stelle, quel programma si è trasformato in carta straccia, compresa la “stretta” sui gettoni di presenza dei consiglieri. Sarebbe una mossa di “buona volontà”, che ancora nessuno è riuscito ad “istituzionalizzare”. Una verifica che andrebbe estesa anche alle commissioni. Proprio la commissione comunale affari generali ha appena concluso i lavori di un nuovo regolamento, che va a ridefinire le regole delle missioni istituzionali, compresi i rimborsi previsti. Si prevede un controllo più stretto e regole stringenti. Un tema più volte rilanciato, soprattutto davanti alle tante missioni, in Italia e all’estero, condotte dal sindaco Messinese e dai suoi assessori. A questo punto, sarebbe ora di intervenire anche sui gettoni di presenza, dando un messaggio alla città, sempre più distante dal municipio.

Dirigenti e giunta spesso assenti in aula. A pesare sui bilanci dell’ente, a dir la verità, non sono tanto le somme dei gettoni di presenza, che mensilmente non raggiungono i mille euro a consigliere. Una voce cospicua, invece, è quella dei soldi dei rimborsi alle aziende private, per le quali lavorano molti consiglieri in carica. Soldi che vengono versati in base alle assenze dei consiglieri-dipendenti dal posto di lavoro, proprio per lo svolgimento dell’attività in municipio. “Che il gettone di presenza nei consigli comunali e nelle commissioni consiliari, qualora la riunione di tali organi dovesse protrarsi oltre la mezzanotte, sia unico – si legge nel programma che Messinese e i grillini tre anni fa proposero alla città – esso non verrà corrisposto qualora, senza un giustificato motivo, si abbandoni la seduta prima della conclusione e, in ogni caso, quando la presenza non sarà mantenuta per almeno il 70 per cento della sua durata. Tale norma verrà applicata comunque agli eletti del M5S. Il risparmio verrà utilizzato per finalità sociali”. Fino ad ora, però, nessuno ci è riuscito. Il buon esempio, in questi lunghi mesi, non l’hanno dato neanche dirigenti ed esponenti della giunta comunale, che troppo spesso non si presentano in aula, nonostante lauti stipendi e buone indennità, superiori a quelle che spettano ai consiglieri eletti.

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