Torna il Giro di Sicilia, riflettori su Alfa 6C 1750 Gs, Delahaye, Bugatti e “Miura”

 
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Foto archivio

Gela. Il 31esimo Giro di Sicilia torna a fare tappa in città coinvolgendo, nell’edizione attuale, veri cimeli dell’automobilismo di tutti i tempi. Tra le 179 “nonnine d’epoca” figurano quattro gioielli che, da soli, rendono giustizia all’evento di interesse storico-popolare-motoristico che volle Vincenzo Florio nel 1912. E’ stato il Veteran Motor Club, presieduto da Giuseppe Mangione, ad ottenere un “speciale” nel piazzale antistante il sagrato della chiesa Madre che si terrà domani mattina.

Tra i gioielli da ammirare figura, in testa, l’Alfa Romeo 6C 1750 GS del 1933, caratterizzata dal muso alto e in bella mostra due fanali circolari che nella versione Zagato divennero tre ma coperti da calotte rosse.

Carrozzata Zagato, il motore porta la firma di Vittorio Jano che con la “1750” aveva introdotto il compressore volumetrico al sei cilindri in linea rendendolo ancora più potente rispetto al precedente 1500 e capace di spingere la “Gran Sport” fino a 170 km/h, complice il peso di appena 840 kg.

Impossibile non riconoscerla, con quel muso caratterizzato dai tre grandi fari con calotte rosse poste sul muso, in linea, a dominare il grande radiatore rettangolare posto in verticale dove, in basso, trova spazio il logo Alfa Romeo di allora.

Altra rarità è l’affascinante Delahaye 135 S Le Mans (1937), condotta lungo lo storico percorso siciliano dall’equipaggio svizzero, Laure e Vincent Torneur. Una “135 S Le Mans” è stata recentemente stimata quasi un milione di euro. Al mondo ne esistono appena 3 o 4 dei complessivi 15 costruiti. Spesso, gli appassionati collezionisti si accontentano di una replica della “135” pagandola anche 150 mila euro. L’esclusiva Delahaye, proprio nel 1937, equipaggiata con un 3,2 litri a sei cilindri in linea, venne presentata a Le Mans con un telaio più corto. Vinse nello stesso anno il Rally di Monte Carlo e ottenne molti record.

E’ attesa anche una Lamborghini Miura, icona sportiva disegnata da Marcello Gandini, allora capo designer alla Bertone, presentata nel 1966 diede un colpo alle supercar con per le sue linee estremamente innovative per l’epoca. Fu presentata dalla Lamborghini al salone di Ginevra ed è equipaggiata da un motore V12 da 3.9 litri e 370 cavalli di potenza, capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 7 secondi e spingere l’auto fino a 276 km/h. Un raro esemplare, perché ben custodito, è stato recentemente venduto all’asta alla ragguardevole cifra di 3 milioni di euro.

Ci sarà anche una Bugatti Tipo 30 del 1926, riconoscibile a distanza per quel frontale a forma di ferro di cavallo.

Si inserisce tra le “rare” da ammirare anche perché, proprio tra i tornanti della Targa Florio, le auto da corsa di Ettore Bugatti, inconfondibili con il loro radiatore a forma di ferro di cavallo, attiravano nell’isola giovani volti dell’automobilismo di allora come Enzo Ferrari e Ferdinand Porsche.  

A raccogliere il testimone del Giro di Sicilia, a distanza di 110 anni dalla prima edizione, è il Veteran car club Panormus, presieduto da Antonino Auccello. La manifestazione quest’anno si articola in tre trofei e attraverserà 32 comuni siciliani con partenza e arrivo da Palermo.

Il primo trofeo è dedicato al compianto “Nino Vaccarella”, pilota siciliano ufficiale Ferrari, vittorioso anche alla Targa Florio. Il secondo, “Trofeo Marino Rossi”, legato alla tappa gelese, anticiperà il “Trofeo Nino Panepinto”. Il Giro di Sicilia è scattato il 4 maggio dal capoluogo isolano e transiterà domani da Gela. I 179 equipaggi sono suddivisi in 7 categorie tra “Top Car”, “Modern” (dal 1971), “Post Classic” (dal 1961 al 1970), “Classic” (dal 1946 al 1960), “Post Vintage” (dal 1931 al 1945), “Vintage” (dal 1919 al 1930), “Veteran” (dal 1905 al 1918).

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