Tra i rifiuti e l’incuria a Fondo Iozza, dopo due anni tre piccoli di nuovo dai genitori

 
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Gela. Ritrovati nella totale incuria due anni fa all’interno di un appartamento della zona di Fondo Iozza tra rifiuti di ogni genere.

Vedranno di nuovo i genitori. Adesso, tre piccoli, tutti con gravi disabilità, tornano in città e inizieranno a vivere insieme ai genitori che finirono sott’inchiesta dopo la scoperta effettuata dai carabinieri del reparto territoriale. La decisione è arrivata dal giudice civile di Caltanissetta davanti al quale si sta svolgendo un procedimento avviato su impulso della procura dei minori nissena. I magistrati, infatti, hanno chiesto la pronuncia della dichiarazione d’adottabilità dei piccoli che farebbe decadere la potestà dei due genitori. I legali degli stessi genitori, gli avvocati Ivan Bellanti e Nicoletta Cauchi, hanno già da tempo chiesto che il caso venisse approfondito anche attraverso una consulenza. Così, è stato. I bambini, fino ad oggi ospitati in una comunità protetta della provincia, potranno riavere un contatto diretto con i genitori per tre volte alla settimana. Gli altri giorni, invece, saranno ospiti di una struttura cittadina. In questo modo, si cercherà di capire se i piccoli potranno ritornare a vivere in maniera stabile all’interno dell’originario nucleo familiare. Allo stato attuale, infatti, il procedimento per l’eventuale adottabilità è stato rinviato in attesa di avere conferme sul possibile miglioramento delle condizioni di vita dei genitori. 

Lasciato l’appartamento di Fondo Iozza. La coppia ha provveduto ad abbandonare l’appartamento finito al centro delle verifiche, prendendo in affitto un altro immobile. Il padre è stato riconosciuto capace di accudire i figli. Maggiori difficoltà, invece, sono state riscontrate per la madre, affetta da gravi scompensi fisici. In questo modo, è stata accolta, in attesa di nuovi provvedimenti, la richiesta giunta proprio dagli avvocati che seguono la coppia di coniugi al centro del caso scoppiato nel novembre di due anni fa. Una dettagliata segnalazione su quell’immobile arrivò anche ai carabinieri del reparto territoriale che effettuarono il primo accesso a Fondo Iozza, imbattendosi in condizioni tutt’altro che favorevolialla vita quotidiana di tre piccoli, all’epoca dei fatti di sette, cinque e tre anni. Allo stato attuale, in maniera quasi parallela, è in atto un’indagine penale a carico del nucleo familiare accusato di non aver assicurato le cure dovute ai bambini. I genitori, però, hanno sempre contestato l’ipotesi di perdere definitivamente la potestà sui figli. Il padre, un operaio quarantenne, lavora regolarmente e, come indicato nella consulenza tecnica richiesta dagli avvocati Bellanti e Cauchi, avrebbe la capacità di prendersi cura dei figli. Decisivo, a questo punto, sarà l’esito del periodo di prova fissato per consentire ai piccoli di ritornare in famiglia dopo i lunghi mesi trascorsi nella comunità protetta individuata dai magistrati.

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