“Traffico di droga e infiltrazione negli apparati amministrativi”, la mafia gelese preoccupa ancora

 
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Durante la cerimonia è emersa la pericolosità dei gruppi criminali gelesi

Caltanissetta. I piani della criminalità su Gela continuano ad essere uno dei punti di riferimento nel lavoro della magistratura, come è emerso durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nel distretto di Corte d’appello di Caltanissetta. Alla cerimonia c’erano anche i magistrati della procura (coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro) e gli avvocati del foro locale e della camera penale. Il procuratore generale Lia Sava e il presidente della Corte d’appello nissena Maria Grazia Vagliasindi non hanno mancato di focalizzare la loro attenzione proprio sulle strategie di cosa nostra, ma anche della stidda e del gruppo Alferi, ritenuti i tre pilastri della criminalità organizzata gelese. Mafia che acquisirebbe buona parte dei proventi non solo dall’infiltrazione in appalti e attività in diversi settori economici, ma anche dalla gestione dei traffici di droga. Il presidente Vagliasindi ha parlato di “capacità d’infiltrazione negli apparati amministrativi”. Gli esponenti dei clan mirerebbero “ad accreditarsi socialmente”. “Cosa nostra fluida e silente è pericolosissima”, ha aggiunto il procuratore generale Sava. Così, sono state passate in rassegna le ultime operazioni condotte dagli investigatori, che ritengono centrale quanto emerso dal blitz “Extra fines-Druso” (seguito adesso dall’inchiesta “Extra fines 2”), tutto incentrato sugli affari della cellula mafiosa dei Rinzivillo, affidata al cinquantanovenne Salvatore Rinzivillo, fratello degli ergastolani Antonio e Crocifisso. Indagini che hanno consentito di individuare forti interessi del clan nella zona di Roma e la capacità di gestire un florido mercato della droga, con collegamenti fuori dai confini italiani.

Rimangono sotto osservazione inoltre i punti cardine della mafia sul territorio, dagli appalti alle estorsioni passando per le intimidazioni ad imprenditori ed esercenti. Particolarmente preoccupante, secondo le parole del pg Sava, il fatto che le organizzazioni attirino minori a fronte di una struttura della procura minorile di Caltanissetta ridotta ai minimi termini, con il procuratore Laura Vaccaro e il solo sostituto Stefano Strino. Minori che spesso vengono coinvolti nell’affare della droga. Il magistrato non ha nascosto che tra le minori straniere non accompagnate che arrivano sul territorio si registrano casi di gravidanza scaturiti da violenze sessuali. Uno spaccato preoccupante che i magistrati chiedono di poter affrontare con le giuste risorse di personale, non solo nelle procure ma anche negli uffici amministrativi. Dai banchi d’aula è anche arrivato l’apprezzamento per la qualità delle parti processuali e degli stessi processi che contribuiscono ad innalzare il livello dell’intero distretto di Corte d’appello.

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