Trafitto a coltellate sul lungomare, non è stata una semplice rissa: ci sono “branchi selvaggi organizzati”

 
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Gela. Ci sarebbe più di una semplice rissa scoppiata per futili motivi e conclusasi a colpi di coltello davanti ad un locale sul lungomare Federico II di Svevia. Le tracce di quella notte. Ne sono convinti gli investigatori che stanno seguendo il caso. Nella notte tra sabato e domenica della scorsa settimana, infatti, il trentaseienne Fabio P. è stato più volte colpito con una lama. Ferite sono state riportate anche dai giovani Agatino P. e Vincenzo R. Gli investigatori puntano l’attenzione su “branchi selvaggi organizzati”. Le indagini vanno avanti in maniera serrata. Sono stati sentiti tutti i coinvolti e le prime ammissioni sarebbero già state acquisite. Non è da escludere che possa scattare l’accusa di tentato omicidio. La ricostruzione, comunque, si prospetta difficile. Dietro al confronto armato ci sarebbero motivi molto più complessi, tali da contrapporre almeno due gruppi. Sul posto, arrivarono i carabinieri del reparto territoriale che hanno fatto partire le indagini.

Le indagini serrate. I fendenti trafissero il trentaseinne che, alla fine, venne trasferito d’urgenza all’ospedale Vittorio Emanuele. Tante ombre su una vicenda passata in sordina, coperta dal dolore per la quasi contemporanea tragedia della trentanovenne Aurelia Triberio, travolta solo qualche ora dopo da uno scooter di grossa cilindrata proprio sul lungomare Federico II di Svevia, e dal fatale impatto costato la vita al diciassettenne Stefano Ascia lungo la statale 115. Gli investigatori, però, continuano a seguire le tracce di quella notte, fatta di lame e sangue. 

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