Travolto da un autocompattatore, morì un operaio: per Greco assoluzione anche in appello

 
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Gela. Assolto anche in secondo grado. Il verdetto favorevole è stato pronunciato dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta nei confronti dell’operaio Giuseppe Greco. L’incidente in piazza Messico. E’ finito a processo dopo la morte di Umberto La Cognata, dipendente della società che si occupava della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in città. La Cognata venne travolto dall’autocompattatore guidato da Greco che, così, ha dovuto rispondere all’accusa di omicidio colposo. La Cognata morì dopo essere stato travolto nella zona di piazza Messico, a ridosso di via Venezia, durante un turno di lavoro. In base alla ricostruzione, Greco, in fase di manovra, non si sarebbe accorto della presenza del collega in strada. In primo grado, però, arrivò l’assoluzione. Verdetto, adesso, ribadito anche dai giudici nisseni. E’ stato il legale di fiducia dell’imputato, l’avvocato Rocco Guarnaccia, a contestare le accuse mosse nei confronti del suo assistito. Ha nuovamente escluso qualsiasi responsabilità rispetto a quanto accaduto oramai sette anni fa. Greco avrebbe adottato tutte le necessarie precauzioni alla guida del mezzo. I rilevatori che avrebbero dovuto segnalare la presenza o meno del collega sulle pedane posteriori, però, non sarebbero stati in funzione. Per questa ragione, l’imputato non si sarebbe accorto che il collega era intanto sceso per recuperare una bottiglia caduta in strada. Per la difesa, quindi, sarebbe mancato qualsiasi elemento a sostegno di un’eventuale imprudenza dell’imputato. Una linea accolta dai giudici d’appello nisseni. La procura generale, invece, aveva chiesto di ribaltare il verdetto assolutorio di primo grado, indicando una condanna a due anni di reclusione. Richiesta, alla fine, non accolta dai giudici. Parti civili, invece, si sono costituiti i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Maurizio Scicolone e Enrico Aliotta. Entrambi i legali hanno sostenuto che Greco avrebbe operato in maniera non diligente, tanto da travolgere il collega. Tesi, però, superata dal verdetto arrivato dalla Corte d’appello.

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