Tre capannoni costruiti in difformità, Cassazione annulla condanna a titolare società immobiliare

 
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Gela. Condanna annullata e la vicenda della titolare di una società immobiliare locale ritorna davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. La decisione l’ha formalizzata la Corte di Cassazione, alla quale si è rivolto il legale di fiducia della donna, l’avvocato Giacomo Ventura. Le accuse riguardano la realizzazione di un progetto edilizio che avrebbe violato l’iniziale planimetria. Tre capannoni piuttosto che l’unico, inizialmente autorizzato anche dalla soprintendenza. Gli immobili vennero costruiti in una zona sottoposta a vincolo e quindi soggetta a controlli ancora più stringenti. La difesa, nonostante la condanna in primo e secondo grado, ha comunque sempre sostenuto che nonostante le difformità rispetto al progetto inziale, la realizzazione non avrebbe determinato alcuna modifica né da punto di vista della superficie occupata né rispetto alla volumetria. Si sarebbe trattato, in base a quanto spiegato dal legale ai giudici romani di Cassazione, di una violazione di lieve entità, con un progetto era stato comunque autorizzato.

Una tesi che, a differenza di quanto accaduto in appello, i magistrati romani hanno accolto, disponendo l’annullamento della condanna, con rinvio ad altra sezione della Corte d’appello nissena, che adesso dovrà valutare il caso, ma in base ai parametri dettati dalla Cassazione.

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