Tutti alle consultazioni, i partiti verso un nuovo vertice e Messinese in cerca di “fortuna”

 
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Gela. Un vertice, probabilmente la prossima settimana. Intorno al tavolo, i rappresentanti dei partiti, intenzionati ad organizzare una strategia comune rispetto al prossimo futuro della giunta ter del sindaco Domenico Messinese. Dopo il giro di consultazioni, iniziato dagli esponenti di Noi con l’Italia, la riunione dovrebbe servire a fare sintesi delle intenzioni dei partiti, sia nell’arco di centrodestra sia in quello di centrosinistra. Il commercialista Ennio Di Pietro, negli ultimi giorni, ha incontrato diversi esponenti di partiti e movimenti, anche non rappresentati all’assise civica. Le soluzioni emerse sarebbero due. L’azzeramento della giunta e un programma condiviso dal sindaco proprio con i partiti oppure una nuova mozione di sfiducia (sarebbe la terza). Difficile, però, che si possa giungere ad un’intesa complessiva, anche perché le ruggini tra i partiti non mancano e spesso anche al loro interno. Di Pietro, prima dell’eventuale tavolo, dovrebbe vedere, tra gli altri, il forzista Pino Federico e l’ex sindaco Angelo Fasulo.

Ci sono spazi di manovra? Sul fronte opposto, Messinese sta cercando di capire se ci siano spazi di trattativa. Ha iniziato a contattare le segreterie cittadine, ad iniziare da quella del Pd. In giunta, rimangono vuoti due posti, quelli lasciati da Maurizio Melfa e Fabrizio Morello. Saranno la carta giusta per tentare l’intesa? Ai partiti, che già pensano alle prossime amministrative, entrare in giunta non interessa granché. Dopo una contrapposizione durissima, c’è il rischio che una mossa simile venga scambiata per semplice interesse ai posti. Temono la reazione di elettori, già stufi dopo il doppio fallimento della mozione di sfiducia. Il sindaco è davanti ad un vicolo cieco, con i debiti che strozzano le casse del municipio e senza un drappello forte di consiglieri che faccia da garanzia politica (non bastano quelli del gruppo misto). Anche i partiti, però, non se la passano meglio e la carta della terza mozione di sfiducia, per ora, non assicura niente.

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