Uccise il fratello a Sant’Ippolito, l’operaio Vincenzo Valenti di nuovo davanti ai giudici

 
0

Gela. Si ritorna in aula ma, questa volta, davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta il prossimo 10 giugno. I difensori hanno impugnato la sentenza di condanna. Dopo la condanna a sedici anni e quattro mesi di reclusione, l’operaio metalmeccanico quarantenne Vincenzo Valenti verrà nuovamente giudicato. I suoi legali di fiducia, gli avvocati Carmelo Tuccio e Emanuele Maganuco, hanno impugnato la decisione pronunciata dal gup Veronica Vaccaro che, lo scorso gennaio, condannò l’operaio con l’accusa di aver ucciso, sgozzandolo in strada, il fratello trentenne Alessandro. L’omicidio si verificò nell’estate di due anni fa tra le strade del quartiere Sant’Ippolito. Alessandro Valenti venne ucciso a pochi passi dall’abitazione di famiglia. Vincenzo Valenti confessò di aver utilizzato un coltello per colpir alla gola la vittima. I familiari del trentenne ucciso, la moglie e la piccola figlia, scelsero di costituirsi parti civili con gli avvocati Vittorio Giardino e Fabio Fargetta.

La tesi della provocazione. In appello, come già sostenuto in primo grado, i legali dell’imputato mireranno a far emergere la presunta provocazione subita da Vincenzo Valenti che avrebbe utilizzato il coltello per difendersi dal fratello che intanto stava per aggredirlo. Secondo gli avvocati Tuccio e Maganuco, la prova sarebbe da individuare in un cacciavite ritrovato a poca distanza dal corpo di Alessandro Valenti e da una serie di tagli scoperti sulla maglietta indossata quel giorno dallo stesso imputato. Versione del tutto esclusa dai legali dei familiari che hanno sempre sostenuto la linea della deliberata violenza esercitata da Vincenzo Valenti ai danni del fratello. I rapporti tra i due si erano decisamente incrinati oramai da diversi anni. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here