Uccise la moglie ma fu provocato, condanna ridotta per Incorvaia

 
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Gela. Pena parzialmente riformata in corte d’Assise d’appello a Catania per l’uxoricidio in cui morì Emanuela Vallecchi.

I giudici hanno infatti concesso l’attenuante della provocazione ed hanno ridotto la pena di un anno all’ex guardia giurata ventottenne Nicola Incorvaia. Il metronotte sconterà non 15 ma 14 anni di carcere per l’omicidio della giovane moglie, che allora aveva appena ventuno anni. La donna venne uccisa con l’arma di ordinanza dell’imputato.

Incorvaia, assistito dai legali Flavio Sinatra e Cristina Alfieri, si era visto annullare con rinvio la sentenza dai magistrati della Cassazione. Incorvaia venne condannato a quindici anni di reclusione proprio davanti alla corte d’assise d’appello di Caltanissetta. E’ stato, però, il suo avvocato difensore ad ottenere l’annullamento della sentenza contestando in Cassazione il mancato riconoscimento dell’attenuante della provocazione. La guardia giurata sarebbe stata continuamente provocata sia dalla vittima, con cui i litigi erano frequenti che dai familiari della stessa. I parenti di Emanuela Vallecchi erano presenti anche ieri in Corte d’Assise nel capoluogo etneo, ed hanno duramente contestato la sentenza, ritenendola iniqua. Il procuratore generale aveva chiesto di confermare i quindici anni di reclusione. Analoga posizione era stata assunta dai legali delle parti civili, gli avvocati Giovanni Cannizzaro e Davide Limoncello, che rappresentano i familiari della ventiduenne Emanuela Vallecchi.

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