Ucciso di spalle mentre faceva la pipì, la fine terribile di un “cane sciolto”

 
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Gela. Gianluca Malvezzi era uno dei ragazzi dello “Chantilly”, il bar pasticceria del quartiere San Giacomo dove si ritrovavano. Venne ucciso come Giuseppe Scerra e Giuseppe Ascia. Il suo corpo venne ritrovato il 16 settembre del 1992.

Ad ucciderlo, ha scoperto adesso la squadra mobile di Caltanissetta è stato Nunzio Cascino, 44 anni, pluripregiudicato, detenuto presso il carcere di Avellino, elemento di spicco del clan Emmanuello. Malvezzi aveva 24 anni. Per quel delitto risultano indagati Alessandro Emmanuello, 44 anni, sottoposto al 41 bis e i collaboratori di giustizia Crocifisso Smorta e Angelo Cavaleri. Cascino e Cavaleri  avrebbero ucciso a colpi di pistola Malvezzi, su ordine di Emmanuello, con la complicità di Rocco Manfrè (suicida in carcere). Terrificante il racconto di Cavaleri: “L’uccisione fu un regalo per il compleanno di Emmanuello”.

Malvezzi era ritenuto un elemento inaffidabile e per questo andava eliminato. Erano i cosiddetti cani sciolti, i giovani affiliati che venivano arruolati dai clan per incendiare auto o spacciare droga. Era uno di quei giovani che non voleva sottostare alle ferree regole di Cosa nostra. Venne portato con una scusa in aperta campagna in contrada Spinasanta e ucciso a colpi di pistola. Lo uccisero con colpi alla nuca, e poi in pieno volto.


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