Un accordo tra imprenditori e consulenti per le compensazioni non dovute? Parla un testimone, “accertammo circa 13 milioni di euro”

 
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Gela. Un presunto giro di compensazioni fiscali non dovute, secondo i magistrati

della procura prodotto di un’intesa tra i proprietari di alcune aziende locali e almeno due consulenti.

I controlli dell’Agenzia delle entrate. Così, a processo, davanti al giudice Marica Marino, ci sono otto imputati. A ricostruire la vicenda, sono stati due funzionari dell’Agenzia delle entrate. Si occuparono di verificare le richieste di compensazioni fiscali che arrivavano proprio dai due consulenti. “Accertammo – ha detto uno dei testimoni – richieste di compensazioni fiscali per circa tredici milioni di euro”. Compensazioni che, almeno sulla carta, sarebbero dovute spettare solo per la creazione di nuovi posti di lavoro, in aree economicamente svantaggiate come quella locale. A processo ci sono Giovanni Ferrara, Pasquale Cappello, Saverio Scerra, Vanessa Pagano, Maria Grazia Di Francesco, Pietro Caruso e Nunzio Scicolone. Altri due imputati, invece, sono usciti dal dibattimento. I difensori degli imputati hanno sempre escluso, anche in fase di indagine, che ci sia mai stata un’intesa tra i consulenti e gli imprenditori finiti a giudizio. Non è da escludere, comunque, che possa arrivare la prescrizione, almeno per i fatti risalenti al 2009. Un’ipotesi che verrà valutata dal giudice Marino. In aula, si tornerà ad ottobre. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Joseph Donegani, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Raffaella Nastasi, Tommaso Vespo, Paolo Chicco , Liliana Bellardita, Maria Elena Ventura e Giusy Troni.

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