Un avvocato pedinato per gelosia: nuovi risvolti dopo l’arresto dei carabinieri

 
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Gela. Temeva che la donna con la quale intratteneva una relazione sentimentale potesse tradirlo. Così, uno degli imprenditori finito al centro delle indagini condotte dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta si sarebbe rivolto al maresciallo Giovanni Primo per farla pedinare.

Un particolare che emerge dalle attività condotte dagli investigatori e finito tra i tanti capi d’imputazione contestati non solo al carabiniere arrestato ma anche agli altri sospettati. La sessantenne, un avvocato del foro locale, sarebbe stata seguita nel tentativo di capire se intrattenesse altre relazioni.
Addirittura, il maresciallo avrebbe successivamente trasferito questo compito ad un’altra donna, poi retribuita dall’imprenditore solo per seguire la professionista. Non a caso, il nominativo della donna scelta per compiere i pedinamenti è finito nel registro degli indagati. Proprio lei è stata sentita dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo.
Davanti al magistrato, ha confermato di aver compiuto diversi pedinamenti ai danni dell’ignara professionista. Allo stato attuale, l’indagata si trova agli arresti domiciliari all’interno della sua abitazione. L’imprenditore, titolare di un’azienda di carburanti, è stato a sua volta sentito dal gip Giannazzo. Ha confermato di conoscere il maresciallo Giovanni Primo e di aver intrattenuto rapporti d’amicizia: non avrebbe, però, mai versato denaro al graduato. Per i magistrati sarebbe vittima d’estorsione.
Davanti al giudice delle indagini preliminari nisseno sono sfilati altri indagati, compresi il carabiniere Salvatore Gurrieri e il titolare di una pasticceria della città. Solo il maresciallo Giovanni Primo è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione.

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