Un fondo economico per le donne vittime di violenza, manca il numero legale: sì alla mozione anti amianto

 
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Gela. Una mozione approvata e, poi, cade il numero legale mentre si passava alla votazione di un atto che avrebbe permesso di impegnare la giunta sul fronte del sostegno alle donne vittime di violenza.

Cade il numero legale. Un fondo da centomila euro, infatti, è stato chiesto dalle esponenti del Megafono Sara Bonura e Maria Pingo a sostegno delle donne vittime di violenza che scelgono di denunciare i loro aguzzini. Per l’assessore Fabrizio Morello, il fondo potrebbe sostenere anche le attività dello sportello antiviolenza istituito per il tramite del Comune. Una proposta appoggiata da tutti i consiglieri presenti. “Le donne che scelgono di denunciare le violenze subite – hanno detto Bonura e Pingo – vengono troppo spesso lasciate sole, soprattutto da un punto di vista economico”. Mozione appoggiata anche da altri consiglieri come Carmelo Casano e Cristian Malluzzo. Al momento del voto, però, è mancato il numero legale. “Dispiace molto constatare – dice la stessa Sara Bonura – che il numero legale sia venuto a mancare dopo che due donne, Anna Comandatore e Sandra Bennici, hanno deciso di lasciare l’aula in anticipo”. La mozione, in ogni caso, verrà riproposta alla prossima seduta di question time.

I controlli contro l’amianto. E’ passata invece la mozione sulla necessità di un vasto monitoraggio per fermare il conferimento abusivo di amianto e rifiuti speciali lungo la città o nelle aree rurali. La richiesta è arrivata sempre dalle esponenti del Megafono Sara Bonura Maria Pingo, appoggiata dai componenti della commissione comunale ambiente e sanità. “Come fa la percentuale di differenziata ad essere così elevata – ha detto il presidente della commissione ambiente Virginia Farruggia – se la città è circondata da discariche?”. “Il rischio amianto – ha detto il capogruppo della Lista Musumeci Vincenzo Cascino – è forte anche a causa dei vecchi sistemi d’irrigazione dei campi, le cosiddette canalette, realizzate in amianto e oggi del tutto abbandonati”. “Ad un anno di distanza, nonostante le mie segnalazioni – ha spiegato invece Salvatore Sammito – manufatti in amianto sono ancora presenti nella struttura di un ex lido balneare a Roccazzelle, con le polveri sparse ovunque”. Bonura e Pingo, invece, hanno sostenuto proprio la necessità di intervenire in maniera capillare per impedire che il fenomeno dilaghi.

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