Un imprenditore agricolo ferito nella sua azienda, assolti due ex dipendenti: non sono stati loro a colpirlo

 
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Gela. Non ci sono elementi certi per dimostrare

che il titolare dell’azienda agricola sia stato aggredito da due ex dipendenti.

I braccianti a processo. Così, il giudice Antonio Fiorenza ha emesso un verdetto d’assoluzione nei confronti dei due imputati, entrambi magrebini, che negli scorsi anni erano alle dipendenze di un’azienda agricola della fascia trasformata, tra Bulala e Mignechi. I braccianti sono finiti a processo dopo la denuncia sporta dall’imprenditore che ha ribadito di essere stato più volte colpito al culmine di un’accesa discussione. Dietro all’intera vicenda, ci sarebbero pagamenti  non effettuati e retribuzioni mai ricevute dai due braccianti che, alla fine, avrebbero chiesto spiegazioni al titolare. Il pubblico ministero Pamela Cellura ha chiesto la condanna per entrambi gli imputati. Per l’accusa, tutti gli elementi raccolti anche in dibattimento avrebbero confermato l’aggressione. La difesa, però, sostenuta dall’avvocato Nunzio Palumbo, ha messo in luce diversi “buchi” nella ricostruzione dell’accusa, basata sulle dichiarazioni rese da altri dipendenti dell’azienda. I testimoni, infatti, avrebbero raccontato una versione, forse, troppo condizionata dal rapporto che li lega all’imprenditore. Il giudice Fiorenza, alla fine, ha optato per l’assoluzione. L’imprenditore, invece, era costituito parte civile con gli avvocati Alessandra Simonelli e Daniele Scrofani, che a loro volta hanno richiesto la condanna degli imputati.

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