Un ladro entra al Vittorio Emanuele, i degenti di ortopedia lo mettono in fuga

 
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Gela. I pazienti del reparto di Ortopedia hanno costretto alla fuga un ladro. L’uomo, la scorsa notte intorno alle due, si è introdotto tra le corsie dell’ospedale “Vittorio Emanuele”.

Agevolato dall’assenza di una porta di accesso alle stanze di degenza dell’unità operativa, al secondo piano è riuscito a entrare nella stanza “numero 4” cercando di nascondersi all’interno del bagno in dotazione alla camera per non destare sospetti. Un’imprudenza, quest’ultima, che ha rischiato di sfociare in un linciaggio.
Infatti, uno dei tre ricoverati, nonostante le fratture plurime, non ha esitato a rincorrerlo, su una sedia a rotelle, costringendolo alla fuga. Solo grazie alle scale che conducono ai piani il ladro è riuscito ad allontanarsi facendo perdere le proprie tracce. Il tentativo di rapina è stato denunciato ai carabinieri del locale reparto territoriale. I militari dell’arma si sono recati in ospedale, accertando l’assenza della porta di accesso all’unità di Ortopedia, anche se sarebbero emerse carenze al servizio di controllo dell’ingresso all’ospedale.
Secondo i vertici dell’Asp, non si tratterebbe di un ladro ma di un uomo che aveva necessità di andare in bagno. Non sarebbe stata avanzata nessuna denuncia di furto.
La direzione del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele, retta da Luciano Fiorella, ha fatto sapere di avere avviato un’indagine interna per fare chiarezza sull’episodio. Non la pensano allo stesso modo i tre pazienti che hanno segnalato l’intrusione dell’uomo, parlando di tentativo di furto, rispettivamente Giuseppe Domicoli, 51 anni, Giacomo Caiola di 21 e del pensionato Salvatore Asta di 81 anni. E’ stata Cinzia Antonuzzo, madre del paziente Caiola, ricoverato nella stanza in questione, ad accorgersi dell’intruso. “Si è intrufolato nel bagno in camera – spiega la donna – Ho cominciato a urlare, attirando l’attenzione degli altri pazienti. Era un uomo di circa cinquant’anni di età con le stampelle. Ha detto di essere entrato in ospedale, e quindi nella stanza, per soddisfare problemi fisiologici. In verità, quando Domicoli ha cercato di bloccarlo non ha esitato a abbandonare le stampelle e darsela a gambe”. “Mi sono lanciato al suo inseguimento usando una sedia a rotelle – incalza Giuseppe Domicoli – Purtroppo è riuscito a raggiungere le scale prima che riuscissi ad acciuffarlo. Ho chiesto spiegazioni agli infermieri i quali si sono limitati a confermare che non è la prima volta che si registrano furti tra le corsie dell’ospedale. Pare che la scorsa settimana abbiano rubato un telefonino e, in un altro episodio, seicento euro. Questo reparto è un disastro. Oltre alla mancanza di sicurezza, soprattutto nelle ore notturne, le stanze sono prive di campanello di allarme, condizionatore. Sono stato costretto a acquistare un ventilatore e persino cuscini e lenzuola”.

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