Un polo tecnologico nella zona industriale, Comune ha chiesto parere preliminare

 
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Gela. Il progetto vero e proprio non è stato ancora approvato a Palazzo di Città. Negli uffici dell’ente, però, va avanti la procedura che dovrebbe condurre al sì per il polo tecnologico, che rientra nel progetto “Sinapsi-Factory”, che negli scorsi mesi ha superato un primo vaglio. Laboratori di ricerca e strutture avanzate dovrebbero sorgere nell’area industriale, in contrada Piana del Signore. Si stima un ammontare, per la copertura finanziaria, di non meno di venti milioni di euro. Dovrebbero essere riqualificati anche immobili, già presenti nell’ex area Asi. Il progetto è sostenuto oltre che dall’Università ennese anche da Sicindustria e dalla fondazione “Mattei” di Eni. Il Comune rientra tra i partner. Il settore grandi opere, attraverso il dirigente Antonino Collura, ha disposto la richiesta per ottenere uno dei pareri preliminari, quello di Asp. Anche l’amministrazione comunala valuta favorevolmente la prospettiva di un polo tecnologico, che possa incrociarsi con le nuove innovazioni e probabilmente con la fase di produzione Eni, ormai in un percorso differente rispetto al ciclo del passato. Anche in questo caso, come spesso capitato nel recente passato, si ipotizza una ricaduta occupazionale importante, mettendo insieme ricerca ed imprenditoria, in un’area industriale, allo stato quasi tagliata fuori dagli assi principali di investimento. Prima di tutto, però, bisognerà ottenere i pareri necessari, senza i quali non sarà possibile provvedere all’approvazione. E’ partita l’istanza per avere quello di Asp.

In Comune, la procedura è in corso mentre il dibattito politico, negli ultimi giorni, si è concentrato proprio sulla necessità di un fronte unico per il rilancio industriale e per quello del comparto agricolo. Le posizioni, però, sono piuttosto distanti e anche sulla zona Nord 2 dell’area industriale non tutti i dubbi hanno avuto risposta. La struttura di ricerca, potenzialmente, diventerebbe una costola importante, messa insieme all’idea dell’avvio di corsi universitari, previsti nei locali di Macchitella Lab, ma che ad oggi non sono mai partiti. In passato, altri potenziali centri di ricerca, previsti nella zona industriale, si sono arenati, con strutture lasciate in totale abbandono e con le inevitabile conseguenze del caso (dai furti a vere e proprie devastazioni).

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