Un proiettile ad un funzionario comunale, ancora accuse a dipendente e “padroncino”

 
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Gli indagati ripresi durante gli incontri al punto di rifornimento di Montelungo

Gela. Ci sarebbero loro dietro a quella che viene considerata una vera e propria intimidazione, ai danni di un funzionario comunale. Il prossimo gennaio, il “padroncino” Gaetano Cassarà, titolare di autobotti per l’acqua, e il dipendente comunale Rosario Moscato, sono già chiamati a rispondere di corruzione, per la gestione proprio delle forniture idriche. I pm della procura, dopo aver concluso ulteriori indagini, gli contestano anche le minacce. La vittima sarebbe proprio un funzionario del Comune, alcuni anni fa destinatario di un proiettile, recapitatogli all’interno di una busta. Secondo gli investigatori, non è da escludere che avesse individuato, già all’epoca, diverse anomalie nella gestione delle forniture idriche, attraverso il punto di carico comunale di Montelungo. Per l’accusa, Moscato e Cassarà avrebbero avuto un accordo. Il dipendente comunale avrebbe messo a disposizione il punto di carico di Montelungo, ricevendo pagamenti da Cassarà, che intanto riforniva le proprie autobotti.

Secondo gli inquirenti, che però non l’hanno trovata, i due avrebbero avuto a disposizione anche un’arma. A gennaio, risponderanno della corruzione per l’acqua, davanti al gup. Ora, c’è anche la richiesta di rinvio a giudizio per la lettera minatoria. I due sono difesi dagli avvocati Nicoletta Cauchi e Fabio Fargetta.

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