Un traffico di reperti archeologici, dopo l’assoluzione revocata la libertà vigilata a Vincenzo Boccadifuoco

 
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Gela. Dopo l’assoluzione decisa dai giudici della Corte di appello di Caltanissetta, cade anche la misura della libertà vigilata che era stata imposta al quarantasettenne Vincenzo Boccadifuoco. Il traffico di reperti archeologici. Negli scorsi anni, venne coinvolto nell’inchiesta “Ghelas”. I magistrati e i militari della guardia di finanza individuarono un presunto gruppo impegnato nel traffico di reperti archeologici, sottratti anche in diversi siti locali. Il verdetto è arrivato dai giudici della Corte di Cassazione che hanno annullato, senza rinvio, la sentenza di secondo grado. I magistrati nisseni, dopo aver disposto la prescrizione delle accuse, infatti, non hanno revocato la misura di sorveglianza già imposta allo stesso Boccadifuoco. Per questo motivo, il suo legale di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello, si è rivolto ai giudici romani. E’ riuscito a dimostrare come la misura della libertà vigilata andasse revocata già al termine del giudizio di appello. Una linea accolta in Cassazione. Così, per il quarantasettenne cade anche l’ultima misura di sorveglianza impostagli.

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