Una “nuova” sanità pubblica, Giudice: “Deve avere valore umano per salvare le vite”

 
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Giudice ha consegnato il documento ai parlamentari regionali

Gela. “Più prevenzione e costi bassi, relazionati al reddito”. La Cgil ha ormai lanciato una campagna informativa, su base regionale, per un sistema sanitario rigenerato. Il sindacalista Ignazio Giudice, della segreteria siciliana della Cgil, è impegnato in prima linea, anche dopo l’esperienza diretta che lo ha coinvolto. Mercoledì, al “Vittorio Emanuele”, ha consegnato un appello pubblico ai parlamentari regionali della commissione sanità, che erano in visita all’ospedale “Vittorio Emanuele”. “I cittadini hanno diritto ad una sanità adeguata. Stop alle liste di attesa – si legge in un appello lanciato anche sui social – basta con gli sprechi. I soldi pubblici vanno investiti per l’acquisto di Tac e risonanze. Solo così si salva la vita delle persone”.

Giudice, nel documento consegnato alla commissione sanità, scrive che “per ribadire il valore umano della sanità, la sanità che dovrebbe essere a misura d’uomo, avere concretamente il massimo rispetto umano per i cittadini e nel contempo per migliaia di operatori che lavorano senza sosta, in centinaia di ospedali siciliani, alcuni dei quali, duole scriverlo, nei decenni sono stati considerati da buona parte del ceto politico “palazzi colorati” interessanti solo per far proliferare il consenso elettorale. Ovviamente, come sempre, mi assumo la responsabilità di ciò che scrivo e, tra l’altro, sono certo di non essere il solo ad affermarlo. Lo diciamo da anni, come Cgil, a tutti i livelli e da anni veniamo non ascoltati come se affermassimo bugie e invece sono verità assolute e gli esempi sono visibili agli occhi di chi ha la sensibilità di vedere lo stato delle cose e libertà politica per mutarle. Non è intenzione della Cgil produrre polemiche. E’ invece obiettivo, ci auguriamo condiviso, ottenere risposte concrete, da far vivere ad ogni cittadino attraverso tempi certi, dato che le parole e i concetti negli anni, tra un comizio e una convention, sono invecchiati e hanno perso credibilità”. Il sindacalista poi elenca tutte le emergenze del nosocomio locale. “Presso l’ospedale “Vittorio Emanuele” è urgente istituire il reparto di neurologia con almeno 8 posti letto, se non 12, e di questi almeno 2 da dedicare alla Stroke Unit, cioè ad un reparto di terapia semintensiva neurologica dove vengono accolti i pazienti con malattie cerebrovascolari come ischemia ed emorragia cerebrale in fase acuta. Questo salva la vita e il fattore tempo determina la vita o il decesso della persona. Attualmente, la neurologia viene ospitata nel reparto di cardiologia e ci sono in organico solo tre neurologi, competenti e cortesi ma posti nelle condizioni di svolgere la loro professione con l’amarezza di chi si sente ospite. Noi dobbiamo fare in modo di porre tutte le condizioni per valorizzare le professionalità istituendo un reparto nel quale avere quattro neurologi e quindici infermieri, tra l’altro ogni assunzione è un contributo all’economia sana della città già fortemente provata da una crisi che non ha precedenti. Sempre presso l’ospedale “Vittorio Emanuele”, grazie all’intuizione della Direzione strategica Asp di Caltanissetta esiste la Breast Unit, un centro multidisciplinare di senologia. Ecco, questa realtà che salva la vita a tante donne e anche uomini, una volta scoperto il tumore al seno, va mantenuta e potenziata, né depennata né declassata. Quella presente a Gela è una delle 16 in Sicilia e accade che un medico da Caltanissetta si sposta a Gela ogni qual volta l’equipe gelese, diretta dallo stimato dottore Di Martino, deve operare per fare l’estemporanea. Per l’anatomia patologica esiste UOC a Caltanissetta. Nell’atto aziendale esiste una unità operativa semplice che dovrebbe essere dedicata alla Breast Unit, a nostro parere l’Asp di Caltanissetta deve mettere nelle condizioni i medici che lavorano in maniera indefessa di continuare a farlo anche perché abbiamo le prove che grazie a loro si abbattono le liste d’attesa, uno dei drammi della sanità siciliana. I medici accreditati, radiologi, cardiologi, oculisti e con essi anche i laboratori di analisi non vengono pagati da mesi e, quindi, noi come organizzazione sindacale siamo a difesa di questi lavoratori e di centinaia di dipendenti che rischiano il licenziamento, un rischio che a maggior ragione in Sicilia nessuno di noi può assumersi, sarebbe una responsabilità dal volto disumano. In questa occasione, la vostra visita – scrive riferendosi ai deputati regionali – deve tornare utile alla città e al territorio in considerazione del vasto fabbisogno sanitario. Voi avete la possibilità reale e concreta di mutare lo stato delle cose. Per queste ragioni la consegna della presente lettera-appello scritta con la testa e con il cuore di chi, da anni, rivendica una sanità giusta e di chi, da quasi un mese, è stato operato di tumore alla testa, fortunatamente benigno, ed ha visto con i propri occhi la qualità umana e professionale del personale medico e del resto ed è consapevole delle punte di eccellenza e si indigna, non poco, nel prendere atto che la mobilità sanitaria è una delle voci più consistenti di tutte le Asp e quindi della Regione, che ogni mese paga milioni di euro per ricoveri e interventi ai cittadini siciliani realizzati in altre Regioni di Italia, in particolare la Lombardia e il Piemonte. Noi siciliani, con quei soldi potremmo avere in ogni ospedale macchine moderne per la diagnostica, dalla Tac alla risonanza, e noi, questo obiettivo, dobbiamo raggiungerlo dato che non mancano competenze per realizzarlo e nel contempo arrivare ad una robusta campagna pubblicitaria che vada oltre la teoria e miri ad invitare i siciliani a fare prevenzione diagnostica. Solo così ognuno di noi può salvarsi, tra l’altro la prevenzione ha un costo inferiore al ricovero e all’intervento chirurgico e noi dobbiamo costruire tutte le condizioni, anche legislative, per sottoporre a prevenzione diagnostica anche i cittadini al di sotto della soglia di povertà affinché la giustizia sociale non sia titolo da convegno ma vita vissuta. Sono certo che darete una lettura inclinata alla voglia di fare per i siciliani e di questo ne misureremo la volontà dai fatti, sono proprio i fatti che fanno la differenza e di questi ognuno di noi deve essere orgoglioso se riesce a produrli, i siciliani lo meritano esattamente come l’ospedale di Gela da decenni meriterebbe un reparto di neurologia e uno di oculistica oltre al potenziamento di organico del centro trasfusionale e di otorino. Ottenere si può, se la politica regionale pone la direzione strategica nelle condizioni di scrivere e deliberare atti aziendali in linea con il fabbisogno sanitario”.

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