Una odissea lunga due anni, il giudice dà ragione agli operatori della Rsa Caposoprano

 
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Gela.  Le prestazioni rese e mai contestate dalla committenza vanno pagate. Il personale della Rsa Caposoprano ha espresso tutta la propria soddisfazione per la sentenza che riconosce i loro diritti.

“Per due lunghi anni abbiamo lottato – scrivono i lavoratori della Rsa – certi che quello che stavamo subendo era una grave ingiustizia, un comportamento inspiegabile da parte di un direttore generale dell’Asp di Caltanissetta che doveva conoscere la normativa sui contratti di servizi, evidentemente ha voluto ignorarla chissà per quale ragione. Abbiamo dovuto aspettare un giudice per avere ragione; nel frattempo un lungo periodo di oltre due anni privi di ogni sostegno economico e di grande umiliazione per tutte le famiglie coinvolte perchè non c’ erano altri introiti”.

Gli operatori hanno dunque subito un danno economico rilevante ma sopratutto morale.

“Nell’apprendere della sentenza definitiva – scrivono – ritroviamo ancor più fiducia nella giustizia consapevoli come siamo stati sempre di trovare primo o poi un giudice imparziale capace di ogni dovuta e corretta valutazione delle norme vigenti in Italia. Abbiamo sempre lottato e sostenuto la dirigenza per evitare il fallimento e la perdita del posto di lavoro, difendendoci sempre nelle sedi opportune e nelle sedi giudiziarie a cui siamo stati costretti a ricorrere per farci riconoscere il giusto diritto al compenso dopo una regolare prestazione effettuata”.

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