Una spedizione di morte, l’omicidio di Crocifisso Sartania: in aula parla l’ex boss Rosario Trubia

 
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Gela. Ha parlato in aula, tratteggiando i suoi ricordi su quanto accaduto

a Crocifisso Sartania, gelese ucciso ventidue anni fa nelle campagne di Acate, nel ragusano.

Il corpo dato alle fiamme. L’ex boss Rosario Trubia, oggi collaboratore di giustizia, ha risposto alle domande del pm, ma soprattutto a quelle dei difensori degli imputati, che hanno spinto per ottenere la sua testimonianza. Il corpo di Sartania venne dato alle fiamme e a rispondere di quei fatti sono in quattro, a loro volta tutti gelesi. Si tratta di Carmelo Curvà, Orazio Rolletto, Carmelo e Cristoforo Palmieri. I pm ragusani, solo dopo anni dall’omicidio, diedero un volto ai presunti responsabili di una sorta di spedizione punitiva.

In base alle accuse, Sartania sarebbe stato punito perché accusato di continui maltrattamenti ai danni della sorella di uno degli imputati, già sua compagna. Per gli investigatori, comunque, quell’omicidio sarebbe maturato tra gli ambienti della criminalità organizzata gelese. I familiari della vittima sono parti civili con l’avvocato Giovanni Lomonaco. A febbraio, verrà discussa la posizione di Orazio Rolletto, che ha già optato per il giudizio abbreviato. Gli altri imputati, invece, valuteranno l’eventuale scelta di un rito alternativo. Sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Cristina Alfieri e Antonio Gagliano.

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