Una ventitreenne morta sulla Gela-Manfria dopo lo schianto in sella al quad, il conducente condannato ha impugnato il verdetto

 
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Gela. Lo scorso febbraio venne condannato ad un anno e quattro mesi

di reclusione per la morte della ventitreenne Stefania Raniolo.

L’incidente mortale. La giovane perse la vita otto anni fa lungo la Gela-Manfria, nei pressi di Roccazzelle. Adesso, il quarantaduenne Emanuele Susino, che era alla guida del quad che si ribaltò, dovrà presentarsi davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. I suoi legali di fiducia, gli avvocati Salvatore Manganello e Davide Cammarata, hanno impugnato il verdetto di condanna. L’imputato era accusato dell’omicidio colposo della giovane, che era in sella al quad insieme a lui. Il giudice del tribunale, in primo grado, ha riconosciuto le circostante attenuanti. Probabilmente a causa del contatto con uno dei guard rail, il mezzo sarebbe finito fuori strada, sbalzando via sia il conducente sia la giovanissima che trovò la morte. Furono i carabinieri arrivati sul posto ad avviare i primi accertamenti. I legali di difesa, però, non hanno mai escluso che l’imputato sia stato costretto ad una manovra improvvisa, nel tentativo di evitare un altro mezzo che intanto si immetteva lungo la statale 115. Susino sarebbe stato abbagliato dalle luci del mezzo. In primo grado, il pm ha confermato che l’imputato alla guida aveva comunque rispettato i limiti di velocità, ma sarebbe stato incauto alla guida. Ad ottobre, il caso verrà trattato dai giudici d’appello nisseni.

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