Un’altra polpetta avvelenata per Gela!

 
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La politica, benché taluni cerchino di vederne e sottolinearne gli aspetti più nobili, è quella che è: letame a gogo, avventurismo della peggiore specie, fucina di intrighi e di inganni come se piovesse, proditori sgambetti, demagogia da far rivoltare lo stomaco, quando poi non appaia incomprensibile per certe decisioni prese.

Questa volta, Saro e compagni l’hanno fatta davvero grossa. Forse perché non hanno calcolato bene l’impatto sociale nonché le conseguenze che inevitabilmente si abbatteranno tra breve sui cittadini più svantaggiati, sofferenti e bisognosi, a seguito dell’applicazione del protocollo d’intesa tra la Regione, e specificatamente tra l’Assessorato alla Salute, e l’Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) di Caltanissetta (ma anche con le Asp di Enna, Trapani e Messina), per l’espletamento delle pratiche relative all’accertamento dei requisiti sanitari per il riconoscimento della condizione di “invalido civile”.

Io non sono che un dilettante della politica, uno che cerca di capire qualcosa di più di quanto non brami fare un comune cittadino. Mi sono convinto, ma è anche opinione ormai di molti, che questi signori sono inadatti a reggere e orientare le sorti di una Regione come la Sicilia verso conquiste che, millantavano, fossero a portata di mano. Eppure, esempi di Regioni virtuose, totalmente al servizio del cittadino, in Italia ce ne sono. Hanno cercato di capire questi signori perché quelle funzionano meglio della nostra? Un’altra polpetta avvelenata per i cittadini gelesi, costretti da oggi a veri e propri pellegrinaggi verso il centro dell’isola, non per trovare conforto in un nuovo santuario mariano, ma per sottoporsi magari a macchinosi accertamenti dei propri requisiti sanitari per vedersi riconosciuto un diritto.

Tutto questo, secondo la ratio del protocollo, per favorire la semplificazione delle procedure e, non secondariamente, per risparmiare qualche spicciolo da utilizzare per altri investimenti magari fruttuosi e gratificanti per qualcuno. Ora, essendo state abolite le province, quali criteri hanno portato la Regione e l’Asp a tale decisione? E allora io dico: se lo scopo principale di questo provvedimento, di far sparire cioè le commissioni mediche di Gela, Niscemi, Mazzarino, è quello di venire incontro alle esigenze dei cittadini, oltre a quello di concretizzare un risparmio che, secondo la logica dovrebbe essere piuttosto corposo, perché non si è fatto diversamente? Dato che il grosso dell’utenza dell’ex provincia di Caltanissetta gravita soprattutto su Gela (vedi anche Niscemi, Mazzarino, Butera) perché non si è pensato di creare proprio a Gela la commissione medica provinciale avocata a sé dall’Inps centrale e far convergere proprio a Gela l’utenza della provincia?

Non è la politica l’arte di favorire il benessere di quanti più cittadini possibili e nel contempo di evitarne quanto più è possibile i disagi? I numeri non parlano a favore del territorio centro sud della provincia? Non potevano questi ispirati monaci del risparmio allestire almeno due commissioni mediche, una a Gela per diritto e l’altra a Caltanissetta per inveterata abitudine a non penalizzarla in nessuna occasione? A meno che questi geni della politica che tanto fanno, non so se consapevolmente o meno, per vessare i cittadini, non abbiano anche pensato di mettere a disposizione delle tante persone svantaggiate, un servizio pullman giornaliero con a seguito provetti ciceroni con l’intento, oltre che di portarli a destinazione, di farli anche divertire e far crescere il loro livello culturale. E, a pensarci bene, i cittadini costretti ad ingoiare la polpetta avvelenata di cui facevo menzione prima, potrebbero anche ritenersi fortunati.

Si pensi se avessero istituito le commissioni mediche solamente a Trapani e Messina. Davvero, in questo caso, le procedure sarebbero state ancora più semplificate e a favore dei cittadini? Forse non ci avranno pensato, ma avrebbero persino potuto abolire la legge, visto che lo scopo principale di tale operazione era il dichiarato, disperato e cieco risparmio costi quel che costi. A noi cittadini è consentito, almeno fino adesso, di fare denunce e di inoltrare lamentele, magari infarcite di ironia, ma loro (ometto volutamente di nominarli) continuano ad operare con la solita faccia di bronzo, forti anche dell’inconsistenza politica dei nostri paladini, nient’altro che gusci vuoti, catapultati, loro sì increduli, nel Palazzo dei Normanni. Forse Gela potrà aspirare ad un futuro migliore solo quando nessun deputato gelese varcherà più la soglia del Palazzo dei Normanni. Vi sembra un paradosso? Ricordo a chi ha la memoria corta che il declino di Gela cominciò proprio quando Gela poteva fregiarsi, e noi ne eravamo ingenuamente orgogliosi, di una formidabile deputazione regionale ed europea. Ora, tornando al protocollo d’intesa sopra commentato, quanti soldini si potrebbero risparmiare se venissero revocati vitalizi che offendono la dignità di quanti hanno lavorato per un’intera esistenza per ricevere poi una pensione talvolta indegna per una persona, e quanti altri ancora se ne potrebbero risparmiare se metà dei figuri che siedono sugli scranni di Palazzo dei Normanni andassero a casa e i nuovi eletti si decurtassero sensibilmente il vampiresco compenso. E poi magari si chiedono perché la gente li contesta!

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