Unità neonatale chiusa, Niscemi si ribella: vanno garantite le emergenze

 
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Niscemi. Ha suscitato reazioni in città il decreto emesso dall’assessorato regionale alla sanità riguardante il riordino dei punti nascita degli ospedali dell’isola, in seguito al quale sono stati previsti nel territorio provinciale il mantenimento e la continuità delle Unità operative di Ginecologia negli ospedali di Gela e Caltanissetta e la chiusura  dei punti nascita degli ospedali di Niscemi, Mazzarino e Mussomeli.

Il sindaco Giovanni Di Martino a riguardo ha detto:”l’emissione del decreto si aspettava perché in applicazione del Piano di contenimento della spesa sanitaria, ma la soppressione dell’Unità operativa di ginecologia nel nostro ospedale non significa che non devono più essere garantiti i diritti delle gestanti e dei nascituri della nostra città.

Su un punto saremo intransigenti”, aggiunge il primo cittadino,”ovvero del fatto che chiederemo che vengano assicurati nel nostro ospedale tutti i servizi che tutelino le donne in stato di gravidanza.

Dovranno essere garantiti in ogni caso i livelli minimi di emergenza e di assistenza sanitaria alle partorienti che in eventuale  stato avanzato di travaglio di parto non dovessero avere il tempo di raggiungere altri ospedali del comprensorio.

Non dovrà mai capitare insomma che donne in gravidanza possano correre il rischio di dare alla luce i figli senza che abbiano il tempo di andarsi a ricoverare in altre strutture ospedaliere del comprensorio.

Il nostro ospedale dovrà in tal senso essere in grado di fronteggiare qualsiasi emergenza sanitaria in tal senso.

Parallelamente”, conclude il primo cittadino,”chiederò che vengano potenziati i servizi sanitari nelle Unità operative di medicina e chirurgia del nostro ospedale, compreso il pronto soccorso, così come sarà chiesta l’efficienza della lungo degenza e di tutti i servizi sanitari previsti”.

Preoccupate dell’emissione del decreto che dispone la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Niscemi diverse donne in gravidanza della città, le quali temono ripercussioni nell’assistenza sanitaria al parto.

Non ha mezzi termini invece Giuseppe Maida, il quale sul decreto di chiusura del punto nascita del nosocomio niscemese ha detto:”sono dell’idea che non può essere negata per i casi di emergenza l’assistenza sanitaria alle partorienti ed ai nascituri.

Naturalmente l’assessore regionale alla sanità e di conseguenza il manager dell’Asp si assumeranno le loro responsabilità nel caso in cui  dovessero verificarsi tragedie derivanti dalla chiusura del punto nascita”.

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