Uomini e donne a Gela, sono uguali?

 
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Gela. Dopo la festa appena trascorsa un pensiero si è insinuato nella mia mente. La condizione della donna a Gela è davvero cambiata? La mia risposta l’ho trovata in mille abitudini locali.

La donna nelle mia città ha una strana forma mentis impostagli dalla “tirannia”maschile. La maggior parte delle donne non lavora e quelle che lo fanno sono sottopagate. Per non parlare di quello che le donne in carriera sono costrette a sentir dire da madri troppo “all’antica”, da gente insulsa che pensa che sia doveroso stare a casa, lavare pulire, far figli insomma delle macchine programmate per procreare.

Si deve aspettare il marito (“a sistemazione”, la chiamano) dimenticando che anche noi abbiamo diritto ad una vita, ad una realizzazione alla tanta agognata parità. Come in tutte le medaglie che si rispettino, c’è l’altra faccia, quella fatta di gran belle eccezioni, che escono dal gregge che se ne fregano della voce del popolo, che faticano la sera ad arrivare a casa e fare le casalinghe, ma sono anche tanto altro sono mogli, madri e ciò che conta sono professioniste. L’unica parità che; si registra giorno per giorno è quella sessuale.

Se è la donna ad avere tanti uomini, lei è una poco di buono, l’uomo è invece un latin lover. In buona sostanza i latin lover cambiano diverse donne per il piacere sessuale. La libertà diventa la giustificazione cambiare donna la soluzione. A discapito delle donne che lottano per qualcosa di produttivo tutte diventano “mercenarie di sentimenti”.

L’uomo trasforma così la donna a niente e la donna haimè non fa niente per imparare a camminare da sola a pensare che la ”sistemazione” altro non è che la riduzione autorizzata a schiavitù dei propri diritti. Da non sottovalutare che alla gente tutto questo appare normale…

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