Vasca 4 Eni, prescrizione successiva al primo grado: accolto ricorso lavoratori

 
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Gela. Nella lunga vicenda processuale, partita dopo un’indagine sulla vasca 4 della raffineria Eni, la prescrizione è maturata. Anche i giudici della Corte di Cassazione si sono pronunciati in tal senso, ma annullando la pronuncia della Corte d’appello di Caltanissetta. La prescrizione, a differenza di quanto fu deciso dai giudici nisseni, non era da riferire già al giudizio di primo grado, ma è successiva. Di conseguenza, come indicato, tra gli altri motivi, nel ricorso avanzato dal legale Davide Ancona, in rappresentanza di diversi lavoratori dell’indotto della fabbrica, saranno ancora possibili le statuizioni civilistiche. I lavoratori, esposti ad amianto e sostanze pericolose, potranno rivolgersi ai giudici civili della Corte d’appello di Caltanissetta, come disposto dalla Cassazione, che ha accolto il ricorso, avanzato proprio ai fini civilistici. Per i tre imputati, Bernardo Casa, Arturo Anania e Biagio Genna, la prescrizione è confermata. In primo grado, erano stati condannati a quattro mesi di reclusione, ciascuno. In appello, invece, i magistrati nisseni hanno preso atto della prescrizione, ma appunto facendola retrodatare al primo grado. Una conclusione che non è stata accolta dalla Cassazione, che invece l’ha ritenuta successiva. Per i lavoratori e per le altre parti civili, il dipendente Vincenzo D’Agostino e le associazioni “Aria Nuova”, “Amici della terra” e Ona (con i legali Joseph Donegani, Salvo Macrì ed Ezio Bonanni), si riaprono quindi le porte del giudizio civile, per richiedere gli eventuali risarcimenti. Ha insistito su questa linea anche l’avvocato Flavio Sinatra, legale del Comune. L’ente è parte civile nel procedimento. La procura generale ha concluso per l’accoglimento.

In base alle accuse che erano state formulate, la vasca 4 sarebbe stata usata come discarica di idrocarburi e sostanze pericolose. D’Agostino, per diversi anni, fu incaricato di operare in quel sito, esposto alle emissioni. Per i legali degli imputati, gli avvocati Gualtiero Cataldo e Grazia Volo, non ci fu alcuna irregolarità nella gestione della vasca 4, che aveva le autorizzazioni per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. Eni fu costretta ad attendere le lunghe procedure della Regione prima di conseguire tutti i permessi e avviare anche l’attività di bonifica. Il procedimento, sul piano penale, si chiude per i tre imputati. Le parti civili, invece, potranno rivolgersi alla Corte d’appello.

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