Venne assalito dalle pulci al cimitero, il Comune rimborserà 3000 euro

 
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RIESI. Un assalto di pulci ad un uomo è costato al comune 3 mila euro.  Un risarcimento chiesto dal malcapitato, punto dalle pulci, mentre si trovava al cimitero. Un caso che ha suscitato anche qualche risata in aula.

Il rimborso al cittadino, per il danno subito, è uno dei venti debiti fuori bilancio, che oscillano dal 1995 al 2011, pari a 100 mila euro, approvati dal consiglio. A pesare notevolmente sulle casse comunali contenziosi legali intentati dai cittadini per incidenti causati da logore condizioni delle strade ma anche da parte di ditte per riscossione di compensi pregressi. Ad un utente, incappato in una buca stradale, è stato riconosciuto un risarcimento di 8 mila euro a seguito di sentenza del Giudice di Pace.

Si sono pagati ben 11 mila euro ad un altro cittadino per i danni subiti nel proprio immobile di contrada “Favara”. “Non ho approvato alcuni debiti prodotti dall’amministrazione Buttigè – spiega Enrico Riggio del Pdl – mentre per altri, solo per senso di responsabilità, ho espresso voto favorevole. In modo responsabile Pd, e “Riesi Nuova” che hanno appoggiato l’amministrazione dovevano restare in aula e votare i debiti”.

Di parere diverso il capogruppo del Pd. “Il comune – dice Giuseppe Baglio – continua a pagare debiti che potevano essere evitati. Istituendo un ufficio legale, finalizzato alla conciliazione, l’ente avrebbe evitato, contenziosi, decreti ingiuntivi e pignoramenti”. I debiti sono stati approvati in seconda seduta da 8 consiglieri, tra i quali il presidente del consiglio Gino Scibetta.

Presenza non gradita dai componenti di “Riesi Nuova”, “Riesi Viva” e dal compagno di partito Giuseppe Baglio, che invece hanno abbandonato l’aula. Il presidente, tra i firmatari della mozione di sfiducia al sindaco, viene ritenuto dai gruppi politici, “reo” per aver prestato il fianco all’amministrazione ed al gruppo che chiedeva le sue dimissioni.

“Un’azione scorretta del presidente che ha votato la mozione di sfiducia – dice il consigliere Franco La Cagnina -. Con la sua presenza ha garantito il numero legale in aula non dimostrando coerenza con se stesso, con il partito e con i promotori della sfiducia. I danni all’ente si fanno condividendo una politica che non previene i debiti ma li fa lievitare”.

Una presenza in aula doverosa secondo il presidente Gino Scibetta per assicurare il proprio ruolo di garante del consiglio. “Nella qualità di presidente  – spiega Scibetta – sono rimasto soltanto per permettere l’espletamento del consiglio e dare la possibilità ai gruppi di votare i debiti fuori bilancio”.

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