Vent’anni fa la morte di Turco, “fu un missionario dell’avvocatura”

 
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E' stato ricordato l'avvocato Turco

Gela. Intelligente, ironico, fermo nelle proprie idee che non imponeva però agli altri, poeta ed artista. Sono i tratti distintivi emersi questa mattina nella celebrazione del ventennale della morte dell’avvocato Salvatore Turco. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati e i familiari lo hanno ricordato nell’aula magna del tribunale mentre domani sarà inaugurata una mostra d’arte presso l’ex chiesa San Giovanni.
Più che ricordarne gli aspetti professionali, molti colleghi hanno esaltato la sua umanizzazione della professione, ma anche quella capacità d’ironia che nascondeva amare verità. In aula le figlie Paola (anche lei avvocato) e Giorgia e la moglie, oltre a tanti amici e colleghi.
L’ex presidente del tribunale, Mario Amato, collegato in video conferenza, lo ha definito un “missionario dell’avvocatura”, ricordandone quella capacità di mantenere rapporti distesi anche con i magistrati.
Nella sua apparente leggerezza nascondeva quella mission di difendere i più deboli. L’avvocato Turco è morto come gli eroi sul campo di battaglia, ovvero indossando la toga in un’aula di tribunale.

Domenica 24 ottobre, alle 17, presso l’ex chiesa di San Giovanni sarà inaugurata, con il patrocinio del Comune di Gela, una mostra con le opere letterarie e i dipinti realizzati in vita dal compianto avvocato Turco, dal titolo, “Intervalli di luce, un ricordo dell’avvocato Salvatore Turco”. La mostra sarà visitabile gratuitamente nei giorni 28,29,30 e 31 ottobre, dalle 17 alle 20.

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