Ventenne arrestato dopo spari, chiesta misura: difesa, “non è pericoloso”

 
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Immagini di repertorio

Gela. E’ attualmente detenuto perché accusato del tentato omicidio dei fratelli Antonino Raitano e Ruben Raitano. Fatti che di recente sono confluiti nell’inchiesta “Revenge”, condotta dai pm della procura e dai carabinieri. Il ventenne Rosario Trubia venne però arrestato già lo scorso anno, proprio dopo gli spari ai Raitano. In attesa della chiusura delle indagini e delle richieste dei pm, alcuni mesi fa era scattata la procedura per sottoporlo alla sorveglianza speciale. La richiesta partì dagli investigatori che lo ritengono “socialmente pericoloso”, visti i fatti che gli vengono attribuiti. La difesa del giovane, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, ieri ha invece del tutto respinto la ricostruzione condotta dagli inquirenti, sottolineando tra le altre cose che prima dell’arresto non aveva mai avuto precedenti penali. Particolari che ha fatto emergere nel corso del procedimento avviato davanti ai giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta.

Ha inoltre spiegato che Trubia lavorava regolarmente nell’ovile di famiglia, senza la necessità di ricorrere a reati per sostentarsi. Elementi che secondo la difesa vanno valutati. Non ci sarebbero quindi le condizioni per sottoporre il giovane alla misura invocata dagli investigatori. La decisione dei magistrati potrebbe arrivare nelle prossime ore.

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