Vertenza Gela, Giudice rilancia: “Siamo alla ribalta nazionale…niente polemiche con politica”

 
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Ignazio Giudice

Gela. La mobilitazione che la Cgil territoriale ha ribattezzato “Sblocca Gela” si è fatta sentire, mediaticamente. L’attenzione c’è e il segretario confederale del sindaco Ignazio Giudice lo conferma. “Se qualcuno avesse avuto dubbi, sicuramente sono stati superati dalla certezza che in dodici giorni di protesta la vertenza Gela è alla ribalta nazionale – dice – senza aver prodotto disordini né in città né altrove. La forza delle parole è fondamentale. La gravità della situazione di degrado nella quale versa l’intero territorio è allarmante”. Mercoledì mattina, su iniziativa delle sigle del settore industria, sindacalisti e lavoratori protesteranno davanti al Ministero dell’ambiente, che non ha ancora rilasciato la proroga Via per la base gas di Eni, un investimento ritenuto strategico anche da un punto di vista occupazionale. Al momento, le due iniziative di lotta non si sono incrociate, ma Giudice invita ad evitare polemiche, soprattutto rivolgendosi alla politica. “I cittadini devono essere uniti, senza cadere nel tranello di chi vuol far polemica per distrarre l’opinione pubblica da gravi inefficienze della politica degli ultimi decenni – continua – la vertenza è solo all’inizio, la strategia è vincente”. La Cgil territoriale rivendica non solo l’attenzione per rilanciare il lavoro, ma anche per ottenere infrastrutture essenziali. “Dallo Stato dobbiamo esigere risposte concrete, investimenti da far vivere nel territorio. Non possiamo rinunciare alla realizzazione del porto, all’autostrada Gela-Siracusa che doveva essere inaugurata nel 1973, ad una stazione ferroviaria nella quale transitino persone, al consolidamento di un’industria, l’Eni, anch’essa con la partecipazione di quello Stato che si è distratto per troppo tempo, condannando il Sud all’abbandono, ai ponti che cadono, alle strade dei paesi del Vallone, con in testa Mussomeli, che sono solo letti di fango, alle frane la cui soluzione non può limitarsi a rimuovere i detriti come a Butera – spiega – ed ancora il rilancio delle nostre aree industriali. Lo Stato, nelle sue articolazioni, cosa sta facendo per le nuove generazioni? Abbiamo anche il museo regionale chiuso da agosto, come se fosse normale e invece è raccapricciante anche sotto il profilo culturale”.

Il sindacalista conferma che non vuole lo scontro con la politica, nonostante i toni accessi che si sono registrati con il senatore grillino Pietro Lorefice. “La vertenza va avanti, dodici giorni inaugurano una nuova stagione e certificano che la strategia della lotta eclatante arriva nei tavoli romani e lì deve stare fino a soluzione, così come vale per gli investimenti in agricoltura e in sanità. Mi appello al buon senso della politica – conclude – affinché si lavori senza produrre polemiche, non servono a nulla se non a dimostrare errori di impostazione e questo territorio è già vittima di errori drammatici che hanno inciso negativamente”. In attesa, rimangono centinaia di lavoratori, che hanno già perso il posto.

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