Videosorveglianza nell’area industriale, oltre un milione per il progetto ministeriale

 
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L'area industriale ex Asi

Gela. Se ne parla ormai da anni, anche perché l’emergenza sicurezza non tocca solo il perimetro urbano della città. L’area industriale ex Asi, oggi Irsap, deve fare i conti sia con la scarsissima presenza di servizi, quasi inesistenti, sia con vere e proprie razzie messe a segno dai ladri di ferro ma anche da chi approfitta dell’assenza di controlli per colpire le aziende insediate, con furti e danneggiamenti. Il governo regionale, dopo una fase di consultazioni con le autorità competenti e con la stessa Irsap, ha autorizzato l’avvio di tutte le procedure per un nuovo progetto di videosorveglianza. L’area industriale di Brucazzi, infatti, rientra tra quelle che avranno la possibilità di usufruire dei fondi del Pon legalità 2014-2020, per un ammontare complessivo superiore al milione e mezzo di euro. I fondi consentiranno di attuare il progetto predisposto dal dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno. Nella delibera approvata dalla giunta Musumeci, su iniziativa dello stesso governatore, sono allegate le schede tecniche degli interventi, che per le aree industriali dell’isola riguardano i siti catanesi e della provincia di Caltanissetta. “Sicily cyber security” è la linea progettuale coperta con fondi Fesr-Fse 2014-2020. La nuova videosorveglianza, che prevede un’implementazione dell’intera sala di controllo, coprirà tutti i quadranti, quindi il settore Nord-est, Nord 1 e Nord 2 (quest’ultimo ancora al centro del dibattito per la necessità di un progetto di tutela ambientale). Proprio per il Nord 2, “il  progetto prevede un sistema diffuso di videosorveglianza per il controllo di tutto il settore ed in particolare è stata prevista l’installazione di 16 postazioni video in cui sono previste 20 telecamere di cui 14 di tipo dome, 4 di tipo fisse e 2 di tipo fisse per lettura targhe. Per tutte le postazioni video è stata prevista l’alimentazione elettrica a rete e la trasmissione dati tramite fibra”, così riportano le schede tecniche. Nell’area Nord-est, si fa riferimento ad “un sistema diffuso di videosorveglianza per il controllo di tutto il settore ed in particolare è stata prevista l’installazione di 15 postazioni video in cui sono previste 15 telecamere di cui 14 di tipo dome e 1 di tipo fisse per lettura targhe. Per tutte le postazioni video è stata prevista l’alimentazione elettrica a rete e la trasmissione dati tramite fibra”. Infine, nel settore Nord 1, che è l’unico già dotato di un sistema di controllo, “il progetto prevede l’upgrade tecnologico di tutte le apparecchiature finalizzato alla integrabilità con le apparecchiature di nuova installazione. È prevista pertanto l’acquisizione di 24 telecamere di cui 21 di tipo dome e 3 di tipo fisse per lettura targhe”.

La nuova copertura di videosorveglianza dovrebbe assicurare un filtro capillare anche agli accessi. La control room diventerà il punto di riferimento, per la gestione di tutte le informazioni. Passerà da questa struttura “il convogliamento di tutte le informazioni per la gestione di tutto il sistema di videosorveglianza dell’agglomerato industriale. Il centro di controllo sarà costituito complessivamente da dieci pc, da monitor di visualizzazione delle immagini, dal vivo o registrate, dell’impianto Tvcc. La configurazione permetterà il completo controllo di tutte le apparecchiature anche tramite attivazione di automatismi attivati sulla base di eventi preimpostati”, riportano le schede allegate alla delibera della giunta regionale. Nella ripartizione dei fondi, è stato ricompreso l’intero progetto per rafforzare la sicurezza dell’area industriale, dove spesso si fa fatica anche ad avere un’adeguata connessione alla rete internet. Le linee guida fornite dalla Regione, prevedono che sia Irsap ad occuparsi della manutenzione e della tenuta del nuovo sistema, almeno per i cinque anni successivi all’installazione e con fondi trasmessi da Palermo (per un totale di 300 mila euro). Oggi, a Palazzo d’Orleans, c’è stata la preesentazione del progetto, che tocca anche l’area industriale locale, del quale avevamo riferito lo scorso aprile. Ecco cosa riporta una nota ufficiale della presidenza della Regione. “Presenti all’iniziativa il direttore della segreteria tecnico-amministrativa dei Fondi europei e dei Pon del dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, Valentina D’Urso, e il direttore Area di coordinamento Agea e responsabile del progetto Cfa, Silvia Lorenzini. Il direttore del dipartimento Programmazione della Presidenza della Regione, Federico Lasco, ha presentato i dettagli del progetto Sicily Cyber Security, mentre il direttore dell’ufficio Aiuti nazionali e Fead, Pierpaolo Fraddosio, e il tecnico del gruppo di lavoro Cfa esperto di geomatica, Federica Nonni, hanno illustrato il progetto Criminal Focus Area. “Utilizziamo i fondi europei – ha sottolineato il presidente Musumeci – per contribuire ad assicurare un controllo ulteriore nelle aree particolarmente vulnerabili e interessate da episodi di micro e macro criminalità, come quelle agricole e industriali, e dal fenomeno degli incendi dolosi che aggrediscono le zone boschive. Grazie alla convergenza di numerosi enti e istituzioni, avviamo importanti iniziative di prevenzione che si avvalgono delle nuove tecnologie di cui oggi possiamo disporre. Siamo orgogliosi di poter dare così – con l’importante investimento di quasi 31 milioni di euro destinati a questa rete di monitoraggio sul territorio – il nostro apporto e supporto al lavoro prezioso che ogni giorno svolgono le Forze dell’ordine, le Forze armate e il Corpo forestale”. Agea rinnova il suo impegno alla guida del “Criminal Focus Area”, il progetto, sviluppato sulla base del protocollo d’intesa sottoscritto con il Ministero dell’Interno, che ha l’obiettivo di contrastare i fenomeni criminali connessi alle attività produttive attraverso supporti decisionali e strumenti di valutazione e controllo utilizzabili dagli “addetti ai lavori” che si trovano nelle Regioni parte del Programma Pon Legalità. Un investimento importante di oltre 48 milioni di euro, di cui il 50 per cento direttamente finanziato da Agea. “Mettere la tecnologia a supporto della prevenzione e repressione di importanti fenomeni criminosi pone un tassello importante nel nostro ambizioso progetto di ripristino della legalità, in particolare nelle aree meno sviluppate e quindi più deboli del paese – commenta Gabriele Papa Pagliardini, direttore Agea – Grazie ai finanziamenti europei previsti dal Pon Legalità, infatti, è stato possibile mettere a servizio delle forze di polizia, degli enti pubblici e degli enti locali e regionali, gestori del territorio, le più moderne tecnologie in materia di telerilevamento di fotointerpretazione del suolo che, attraverso la sovrapposizione delle foto aeree storicizzate, forniscono informazioni preziose sia per le attività di indagine che per le attività di gestione e monitoraggio del territorio”.

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